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Vincoli, distanze e tempi. Per arrivare a vedere una conclusione della vicenda della possibile costruzione dello stadio a Campi, sono molti gli elementi — anche politici — che vanno valutati. Compreso lo scontro che appare evidente tra Toscana Aeroporti, che hanno messo le mani avanti sull’incompatibilità — secondo loro — dello stadio in viale Allende con la nuova pista parallela, e Rocco Commisso che è pronto a investire 300 milioni. Sul campo ci sono le contraddizioni interne a Confindustria, di cui entrambi sono soci, e il fastidio evidente di Palazzo Vecchio, che formalmente ancora aspetta la chiusura del bando per l’area Mercafir per rassegnarsi (ma che non gradisce ovviamente la scelta di Campi, operata da Commisso).
Proprio nel giorno in cui a Firenze e in tutta la Toscana (ma anche a Malta a New York), decine di striscioni firmati dai viola club hanno mostrato quanto siano compatti i tifosi nel sostegno delle scelte di Commisso, è arrivata la gelata di Roberto Naldi, nuovo Ad e vicepresidente di Toscana Aeroporti. Naldi su Repubblica Firenze ha sottolineato che lo stadio a Campi bloccherebbe il progetto di pista parallela, il cui iter è stato riavviato dopo la stroncatura del Consiglio di Stato. «È partita la contraerea», è il commento che rimbalza nelle stanze della sede dalla Fiorentina. Le osservazioni di Toscana Aeroporti si basano su uno studio avviato già alle prime avvisaglie di questa possibilità, l’estate scorsa, e concluso a novembre. Il risultato: l’area dello stadio è ai confini con quella di tutela «C» prevista dalle normative di sicurezza, ma è in gran parte nel «cono» di atterraggio e partenza. E da qui, cominciano i problemi.
Teoricamente, è possibile edificare — sostiene Toscana Aeroporti nel suo studio — sull’area individuata da Commisso e già opzionata fino al 2021 dalla famiglia Casini (Carla è la madre del presidente di Confindustria Toscana, Alessio Marco Ranaldo) ma non «insediamenti ad elevato affollamento» così come «scuole, ospedali e, in generale, obiettivi sensibili» ed attività che «possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale». Ma il vero problema è un altro. Se lo stadio sarà alto, come è apparso più volte, circa 40 metri, il «tetto» dell’impianto sarebbe a 78 metri (lì siamo a circa 37 metri sul livello del mare). A quella distanza dalla futura pista di Peretola, gli aerei in atterraggio sono a 64 metri di altezza.
C’è l’alternativa? Forse, facendo atterrare i velivoli con procedure di landing più alte ma limitando l’operatività dello scalo, un controsenso visto che si vuole investire 400 milioni proprio per superare le limitazioni dell’attuale pista. Non solo: le luci di uno stadio (illuminato a giorno) sono in contraddizione con le misure di sicurezza, e pure tutti gli impianti di trasmissione (pensate se ci fossero 50 tv per una partita in Uefa) potrebbero interferire con i radar dell’aeroporto. Sono questi i motivi della levata di scudi di Toscana Aeroporti, che si è presa la briga di andare contro il progetto a cui tiene non solo Commisso, ma tutta la tifoseria che ha esposto manifesti pro-Rocco e pro-stadio ovunque. Ma chi arriverà prima?
Commisso ancora non ha depositato un atto ufficiale mentre Toscana Aeroporti ha fatto ripartire l’iter formale per la nuova pista: ma è altresì vero che i piani di finanziamento del nuovo scalo potranno essere ripresi solo quando ripartirà il mercato aeroportuale, una data sconosciuta a tutti ad oggi, mentre Commisso è pronto a farlo fast, fast, fast. E in questo calendario va messa anche la data in cui arriverà (se arriverà) la norma proposta dalla deputata Pd Rosa Maria Di Giorgi per semplificare gli interventi sugli stadi storici come il Franchi.
Nel frattempo Commisso si gode la luna di miele coi tifosi in attesa della ripartenza del campionato. Il sostegno manifestato domenica mattina dai tifosi sicuramente hanno fatto piacere al magnate americano, ma allo stesso tempo la Fiorentina adesso si aspetta atti e azioni concrete da tutti coloro che hanno detto di condividere la necessità dello stadio per il futuro della Fiorentina e anche come elemento di lavoro e occupazione dopo una crisi pesante come quella del covid. In tutta questa vicenda restano due terzi incomodi: il primo è il sindaco di Firenze (e della Città metropolitana), Dario Nardella, che dopo alcune settimane di botta e risposta con Commisso ha scelto il silenzio diplomatico. Comunque, anche il Comune di Firenze e la Città metropolitana dovranno dire la loro, in sede di conferenza di co-pianificazione, sull’eventuale progetto a Campi. E poi, la Regione: «Al momento a Campi — spiega l’assessore regionale all’Urbanistica Vincenzo Ceccarelli — c’è solo una previsione per una zona sportiva: qualora qualcuno ipotizzasse di fare lo stadio lì o altrove, andranno fatte tutte le valutazioni di legge; ambientali, di traffico, di impatto delle strutture commerciali. Ad ora, non posso dare nessuna valutazione».
 
												
																					 
																							 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														 
														 
														
Di
Redazione LaViola.it