“Uno spot per il calcio”, fu definito Fiorentina-Napoli 1-1 del primo anno di Sousa. Forse l’ultima grande prestazione di quella squadra prima del lento e inesorabile declino del 2016. Che aveva fatto seguito alla grande gara del San Paolo contro gli azzurri con il gol fantastico targato Ilicic-Kalinic che ammutolì, solo momentaneamente, Fuorigrotta fino al gol di Higuain. In entrambe le circostanze si parlò di “Fiorentina migliore della stagione”, capace di tener testa al Napoli, di creare e divertire sfiorando il colpaccio. Così come accadde anche nel 3-3 contro la squadra di Sarri al Franchi l’anno scorso.
Tempi che furono. La Fiorentina che strappa meritatamente un punto dal San Paolo è forse la migliore della stagione per capacità di non soccombere e di tener testa ad un avversario più forte e con ambizioni diventate nel frattempo differenti rispetto a quelle viola. Una nuova, e diversa, miglior Fiorentina della stagione insomma. Non bella, ma di cuore. Non pirotecnica e di qualità ma di grande sostanza e quantità. Che si riscopre solida, compatta, ed in grado di poter guardare al futuro con maggior serenità e convinzione. D’altronde non è da tutti riuscire a far non tirare il Napoli per un tempo. Non è da tutti portar via punti dal San Paolo. Non è da tutti uscire da Fuorigrotta con pugni chiusi in segno di esultanza.
Una nuova concezione di miglior Fiorentina che rappresenta l’emblema del cambiamento tra ciò che è stato, o comunque doveva essere, nell’ultimo quinquennio, tra Montella e Sousa, e quello che è adesso la Fiorentina. Che da costante e piacevole intrusa è passata al ruolo di semplice spettatrice nella lotta per le prime quattro posizioni, ma che per la conquista di un posto in Europa comunque se la potrà giocare fino alla fine. La strada intrapresa è quella giusta. Fase difensiva adesso ok,
Spirito di sacrificio e dedizione non sono mai mancati. Concentrazione e testa a volte si. Come a Crotone e Verona sponda Chievo. Vere macchie di questa prima parte di stagione. La Fiorentina può essere, infatti, quella di Ferrara, che commette un errore in fase difensiva e che regala un tempo agli avversari. Ma è la stessa che poi si danna l’anima per cercare di rimetterla in piedi. Non può, invece, essere quella di Crotone o del Chievo. E non è un caso se in quelle circostanze lo stesso Pioli è letteralmente esploso contro i suoi stessi giocatori.
Fiorentine simili, in passato, hanno appassionato Firenze anche se il clima attorno alla proprietà sta contribuendo ad alimentare il raffreddamento del tifo per una squadra, ed un tecnico, che in fondo se lo meriterebbe anche un forte abbraccio da parte del suo popolo. Ma d’altronde si sa, abituarsi ad un passo indietro, in ambizioni e caratteristiche, non è mai facile.
Di
Gianluca Bigiotti