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Sportiello: “State con noi, non sui social. Scommetto sul Cholito. Sousa e Pioli…”
Lunga intervista di Marco Sportiello al Corriere Fiorentino. Eccone alcuni passaggi: «So che devo rilanciarmi e non mollerò un centimetro. Per me è un orgoglio sentire certi attestati di stima, questa maglia è importante e non solo per la storia. Qui mi gioco tanto, ma so di avere le capacità per fare bene. Per come sono fatto però conta di più la squadra: a San Siro per esempio credo di aver fatto una buona partita, ma visto com’è andata non potevo essere soddisfatto».
Con la Samp, nell’azione del primo gol, il suo intervento non è sembrato impeccabile.
«Forse. Rivedendolo avrei potuto bloccare il pallone, o almeno tentare di farlo. Respingere più lateralmente però era impossibile. Siamo stati sfortunati, una cosa buona l’ho vista comunque: il Franchi».
Già, il pubblico. Rispetto all’anno scorso c’è stato un cambio radicale di atteggiamento nei confronti di voi giocatori.
«Lo stadio è stato magnifico, da quando sono a Firenze non avevo mai visto un pubblico così e mi ha fatto grandissimo piacere. Tutti i miei compagni si sono emozionati, bastava guardarli per percepire la loro felicità. Siamo giovani e abbiamo bisogno di entusiasmo, eppoi anche la Juve avrebbe difficoltà a giocare in uno stadio che fischia».
Sui social però la percezione è un’altra: molte critiche, anche a prescindere, pessimismo e disaffezione. Cosa vi arriva all’interno dello spogliatoio?
«Sul web i brontoloni ci saranno sempre e li lasciamo brontolare. Non amo proprio i social, ora mi sono convinto a provare Instagram, ma non capisco chi usa il web per commentare qualunque cosa anche a caldo dopo le partite. Lo scorso anno sono arrivato nel momento peggiore e non avevo ben capito i motivi della frizione. Ora che sono qui da un po’ posso dire con certezza che questa squadra ha voglia di sudare e di imporsi. Tutte caratteristiche che ai tifosi piaceranno di sicuro».
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Il suo rapporto con Sousa com’è stato?
«Non c’è stato. Non mi parlava mai, andavo all’allenamento e in panchina la domenica. Stop. Chiamiamolo rapporto professionale. Con Pioli invece è tutta un’altra cosa. Lui è più umano, mi stimola dal martedì al sabato e la domenica mi fa giocare. Ha capito subito che ho bisogno di fiducia per rendere al meglio».
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Che impressione le ha fatto Simeone?
«Kalinic è forte, lui però ha una voglia pazzesca. Mi ha colpito questo, ha rabbia e voglia di arrivare, tecnica e senso del gol. Su di lui scommetto a occhi chiusi. Come su Chiesa».
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