La maturità di una squadra si capisce dagli atteggiamenti e si misura con i numeri. Quelli della Fiorentina parlano chiaro, se tredici degli attuali ventuno punti in classifica sono stati messi insieme fuori casa e – da quando Montella è in panchina – su 28 partite la Fiorentina ne ha vinte 15 in trasferta. Dal «fortino del Franchi» alla forza da esportazione: in un anno e mezzo sono state più del cinquanta per cento le vittorie esterne, un marchio di qualità che spinge la Fiorentina nel club delle squadre che mostrano autostima a prescindere dalla geografia. Non è da tutte, non è per tutte: alla tecnica bisogna unire entusiasmo e solidità, insieme al rispetto reciproco fra protagonisti e comprimari.
Interrogato sulla questione – come mai tante vittorie in trasferta? – Montella ha risposto con tre parole: «Non lo so». A domande del genere non si può dare una spiegazione logica in conferenza stampa, dove non ci si aspettano in genere concetti ma slogan per i titoli. E poi ci vorrebbe troppo tempo per spiegare l’origine di un salto di qualità che non ha un perché, piuttosto ne ha tanti. Proviamo a trovarne alcuni, con la premessa che quest’anno la Fiorentina ha la capacità di gestire più fasi della partita, adeguandosi ai cambiamenti di clima calcistico che si alternano durante novanta minuti. Lo scorso anno la squadra era più spettacolare, ma altrettanto ingenua e dispersiva: quando Montella parla di maggiore praticità si riferisce probabilmente a questo (di sicuro non ai minuti finali contro il Cagliari e il Parma, quattro punti persi).
La Fiorentina comunque vince fuori perché:
1) Il possesso palla ora è meno spettacolare e più funzionale allo sviluppo della partita che la squadra ha in mente.
2) L’autostima che la Fiorentina ha conquistato grazie ai risultati rende possibile qualsiasi impresa (compresa la rimonta con sorpasso sulla Juve in un quarto d’ora).
3) I giocatori-chiave si conoscono meglio e gestiscono il ritmo della partita attraverso qualità tecniche superiori e coordinate.
4) In trasferta la Fiorentina è propositiva perché è stata costruita per giocare senza calcoli: un atteggiamento che continua a sorprendere gli avversari.
5) Ci sono giocatori come Borja Valero, Cuadrado. Rossi e Gonzalo che le altre squadre non hanno.
La spiegazione numero 5 probabilmente è la più vera.
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Redazione LaViola.it