Connect with us

Editoriali

Spalletti resta un sogno (per ora). Babacar e tutti i motivi per credere all’Europa

Diciamolo pure, stavolta con la speranza di essere smentiti: Luciano Spalletti resta e per ora resterà un piccolo grande sogno, niente di più. Il contatto di oggi con Corvino è stato il più classico degli incontri casuali, uno scherzo del destino più che un qualcosa di programmato che possa far pensare a scossoni futuri. Anche perché, non ce ne voglia nessuno, sarebbe difficile pensare di condurre una trattativa così importante e pesante in un giorno di festa all’ora di pranzo in uno dei più frequentati locali fiorentini.

Spalletti saluterà Roma, ma non si legherà alla Fiorentina, almeno per adesso. Poi nel calcio può succedere di tutto e certi matrimoni, magari nemmeno preventivati, possono finire per realizzarsi.

Il candidato principale alla sostituzione di Sousa resta Eusebio Di Francesco, come detto e scritto da diverse settimane. Alcuni sostengono che sia già tutto fatto, altri, soprattutto i vertici di casa Sassuolo, nicchiano, consapevoli però di essere pronti a lasciare partire il tecnico di Pescara.

La Fiorentina starebbe concordando, in gran segreto sempre, le mosse per la prossima estate e per un’annata di rilancio. O comunque la prima di un nuovo ciclo. Stefano Pioli è stata un’idea, un outsider tenuto in considerazione ma mai forse entrato prepotentemente in corsa. La sconfitta di sabato della sua Inter non è stata nessuna goccia che non ha fatto traboccare nessun vaso. Almeno per quel che riguarda la stima della Fiorentina, orientata su altri lidi.

La sconfitta di sabato dell’Inter, unita al tonfo fragoroso del Milan con l’Empoli è stata semmai la fiammella che ha riacceso per la Fiorentina la speranza dell’Europa League. Rimandando, ancora una volta, tutti i discorsi e tutti i giudizi. Capovolgendo lo stato d’animo di una settimana fa e di una stagione che, dopo il crollo nel derby, sembrava prossima ai titoli di coda.

Ancora una volta, pur con tutti i limiti difensivi e psicologici del caso, la Fiorentina è ripartita. Ancora una volta non ha mancato l’appuntamento con una grande, o presunta tale. E, in vista di un rush finale intenso, i viola sembrano tra le tre squadre in lotta per il sesto posto, forse i più in salute.

L’Inter di sabato è troppo imbarazzante per essere vera, il Milan forse ha esaurito il bonus di fortuna che lo aveva accompagnato in alcune fasi iniziali e cruciali di questa stagione. Il calendario è complicato ma non impossibile e anche l’insidia di un preliminare a luglio per la Fiorentina non può e non deve essere considerato un fastidio, come invece paventato da altri. Soprattutto a Milano, soprattutto per l’incompatibilità con la ricca tournée in Asia.

Un finale di stagione da vivere con un’arma in più, chiamata Babacar. Un ragazzo che ha sempre avuto i numeri (quelli minuti giocati gol realizzati) dalla sua parte, ma che adesso può sfruttare anche l’inerzia di uno stato di forma devastante. Devastante in relazione alla continuità di impiego. Un ragazzo che adesso sta convincendo tutti, anche in società. Un ragazzo pronto, la prossima stagione, a fare il titolare, a prendersi il peso dell’attacco, probabilmente al di là dei destini di Kalinic.

Un po’ come successo con Pazzini nella stagione 2007-2008: perché se allora la fiducia all’attaccante di Pescia dopo la partenza di Toni sembrò una scommessa, oggi un totale riconoscimento a Babacar sa di scelta molto logica e molto sensata. Per un ragazzo giunto alla sua maturazione, al suo record di gol con la maglia viola e a un sorriso nell’esultanza che era stata sempre merce rara. Un sorriso per l’Europa di adesso e, chissà, del futuro.

46 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

46 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie Editoriali

46
0
Lascia un commento!x