Sole 11 reti subite nelle ultime 16 partite, un solo gol incassato in questo campionato: è la rivoluzione di Semplici.
Da difesa colabrodo a Maginot d’acciaio il passo, dopotutto, è stato breve. Ma è difficile dare spiegazione della metamorfosi che ha accompagnato la Spal nel corso degli ultimi 6 mesi, nei quali Semplici ha completamente riscritto la storia del reparto arretrato spallino. Una linea di difesa capace di passare dalle 49 reti incassate nelle prime 26 gare della passata stagione alle appena 11 subite nelle ultime 16 gare (appena una nelle 4 del campionato corrente: l’anno scorso di questi tempi erano già sei), di cui 6 nelle uniche tre partite in cui i biancoazzurri sono usciti battuti (0-3 con la Roma, 1-2 e 0-1 col Torino). Così scrive Il Corriere dello Sport.
CAMBIO. E mentre tutta Europa guarda con stupore e ammirazione alla solidità raggiunta dalla compagine ferrarese, indagando sulle possibile cause di una simile rivoluzione ci si accorge che in fondo di segreti non ve ne sono poi chissà quanti. Perché c’è un momento ben preciso nel quale la Spal ha cominciato a erigere un muro a difesa della propria porta: è quando Semplici ha affidato le chiavi della mediana a Schiattarella, preferendo la sostanza e la semplicità alla tecnica e alle geometrie di Viviani, non a caso finito ai margini del progetto. Soprattutto Schiattarella ha dato alla Spal quell’equilibrio che troppo spesso era venuto meno, dando anche la possibilità al trio Cionek-Vicari-Felipe di potersi esprimere nel miglior modo possibile. È il riscatto della classe operaia, quella che va spedita verso il paradiso. Ma con i piedi ben saldi a terra.
Di
Redazione LaViola.it