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Spadafora: “Ecco le tre indicazioni principali del Cts. La Serie A ripartirà se…”

Spadafora

Il ministro dello Sport al Senato: “Riconosco l’importanza del calcio a livello sociale ed economico. Ora la Figc adeguerà il protocollo, poi via agli allenamenti dal 18”

Informativa al Senato da parte del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora questa mattina. Ecco le sue parole: “L’attenzione in questi giorni si è concentrata principalmente sul tema del calcio: io sono pienamente consapevole dell’importanza non solo sociale del calcio, sarebbe paradossale non riconoscere l’importanza di questo mondo, che dati alla mano rappresenta un’industria importante del paese, che dà al fisco oltre 1 miliardo di euro l’anno. Ho trovato inammissibile l’inasprimento del dibattito di fronte a milioni di italiani ancora alle prese con la propria salute”.

COMITATO TECNICO SCIENTIFICO. “Le valutazioni del Comitato tecnico scientifico per la ripresa degli allenamenti sono numerose, ne cito 3 particolarmente significative: la prima chiede che in caso emerga un positivo, tutta la squadra sia messa in quarantena senza nessun contatto esterno. L’altro è quello di affidare responsabilità notevole ai medici delle società per il rispetto del protocollo. E ancora si richiede che sia fatta attenzione sul fatto che l’enorme mole di tamponi e test richiesti non impatti sulle necessità di tutti gli altri cittadini. Le osservazioni saranno prese in considerazione dalla FIGC che riadatterà il protocollo per far riprendere gli allenamenti il 18 maggio”.

RIPRESA DEL CAMPIONATO. Resta la necessità di ridefinire nei prossimi giorni l’apertura del campionato: se riprenderà, come tutti auspichiamo, lo farà perché saremo arrivati alla decisione dopo una successione ordinata di attività e decisioni che consentirà di riprendere il campionato in totale sicurezza per tutti coloro che sono coinvolti in questo mondo. Non era possibile decidere solo per una fretta o su spinte strumentali. L’incertezza ha caratterizzato tutti i paesi, solo quelli che hanno scelto di chiudere hanno deciso subito una data, come Francia e Olanda. Anche in Germania e in altri paesi hanno dovuto rinviare le decisioni per vedere la curva dei contagi, e poi riprendere il campionato. Il governo ha sempre tenuto una posizione prudente, mentre presidenti di società e opinionisti hanno legittimamente cambiato opinione e posizione strada facendo. Noi abbiamo mantenuto la linea della coerenza, senza farci condizionare da pressioni. Se il campionato riprenderà lo farà perché ci sono le condizioni”.

IN QUARANTENA. “In molti mi chiedono: “Perché se una cassiera risulta positiva non chiude il supermercato, a differenza del calcio?”. La risposta è banale: nel supermercato è possibile mantenere le distanze e usare gli strumenti di protezione, mascherine e guanti, il calcio è per natura uno sport di contatto. Non è possibile tenere le distanze. Da qui le decisioni. Quello che vorremmo fare è evitare, per non danneggiare ulteriormente il mondo del calcio, nuove chiusure, visto che qualche squadra di Serie A ha affrontato la quarantena nelle scorse settimane. Siamo comunque consapevole che la voglia di finire il campionato sia legata a ragioni sportive ma anche economiche per i diritti tv e squadre fortemente indebitate”.

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