Erano venuti per comandare, invece sono stati dominati. In lungo e largo. La Fiorentina è tornata a battere la Juventus davanti al proprio pubblico dopo oltre tre anni e lo ha fatto giocando una grande partita, dall’inizio alla fine, contro la miglior Juventus di Allegri. E anche per questo la vittoria ha più valore.
Come ha un grande valore l’opera compiuta da Paulo Sousa. Ha preparato nei minimi dettagli la gara contro i bianconeri, preparando mosse e contromosse, sapendo bene che davanti i viola avrebbero affrontato una squadra molto forte.
Sousa ha compiuto un capolavoro tattico, schierando contro una delle coppie gol più forti d’Europa, Higuain e Dybala, una difesa a tre ma inserendo Sanchez (partita perfetta in quello che non è il suo ruolo anche se nella Colombia ha giocato spesso in difesa, forse la Fiorentina ha trovato il suo terzino destro..) sulla linea dei difensori e andando a prendere il comando del centrocampo con Borja Valero, Badelj e Vecino.
Poi c’è stato Federico Chiesa, una delle sue tante scoperte (in ritiro a Moena a tutti disse che sarebbe diventato il simbolo, il capitano della Fiorentina dei prossimi anni…in pochi gli hanno creduto) che ha trascinato la squadra con una prestazione fantastica, provandoci e riprovandoci con colpi da grande giocatore e giocando anche duro quando c’è stato bisogno.
Doveva essere, sì, la serata di Bernardeschi. Lo è stata in qualche maniera con tanto lavoro ‘oscuro’ e sporco a centrocampo e per fortuna facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto per l’assist al gol di Kalinic.
Per l’attaccate croato, poi, cosa dire altro. E’ il prototipo perfetto dell’attaccante moderno. Un giocatore capace di fare il bello e brutto tempo in ogni difesa, aiuta la squadra a centrocampo, prende colpi di continuo ma si rialza e corre più di prima. Segna e fa segnare. Per un giocatore così potrebbero essere pochi anche 50 milioni. E pensare che c’è chi ancora lo definisce un attaccante normale.
Una vittoria della Fiorentina, una vittoria di Paulo Sousa. Quest’anno molto criticato da media e parte di tifosi (e non solo..) sta invece dimostrando, anche senza avere un organico di ottima qualità, che si possono fare cose importanti. Certo, ognuno sbaglia e fa errori e anche il tecnico portoghese ne avrà commessi ma Sousa ha tutto per diventare un grande allenatore.
Allora perché a fine stagione privarsene? In un gruppo di lavoro ci possono essere più opinioni, anche divergenti, ma l’importante poi è sempre andare avanti per il bene della Fiorentina. Se Sousa ci metterà del suo e la società viola gli darà i giusti giocatori per migliorare la competitività allora in futuro tutti potranno togliersi le proprie soddisfazioni.
In caso contrario sarebbe delittuoso dover rimpiangere nei prossimi anni di aver perso un allenatore come Sousa.
Di
Gianni Ceccarelli