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Sousa-Viola un addio silenziato. Molte le possibili alternative, spunta l’ipotesi Guidi-Antognoni

Questa volta sarà davvero difficile suturare le ferite. La storia fra Paulo Sousa e la Fiorentina pare avviata all’ultima fermata. Certo la fine, che pare nota, potrebbe avere un esito diverso laddove la squadra del portoghese dovesse ottenere nella seconda parte della stagione risultati d’eccellenza. Un posto in Champions, l’approdo almeno alle semifinali di Coppa Italia o Europa League, ma forse nemmeno questo. Al di là delle parole di circostanza, se solo parli nei corridoi del centro sportivo o del Franchi, avverti l’odore dell’addio.

La volontà comune sarebbe quella di congelare una volta per tutte le «parole in circolo». Silenzio da parte di tutti i protagonisti. Basta esternazioni da Sousa, basta risposte, aggiustamenti, modulazioni. Basta sussulti: silenzio, si gioca. Ma ci riuscirà il tecnico che ha sottolineato che lui non è un ipocrita (l’italiano lo conosce benissimo) e che non fa sterzate o marce indietro? E’ la speranza di Corvino che è rimasto forse l’ultimo a lottare per una soluzione senza fuochi d’artificio. Ma basterà alla società il silenziatore? Forse sì, anche se pesa moltissimo sentir dire dal proprio tecnico che i campioncini viola se ne andranno.

Anche perché la Fiorentina, che limiti ne ha indiscutibilmente, negli anni precedenti, seppur facendo fatica, è riuscita almeno a rimandare le partenze di giocatori come Toni (all’Inter), Mutu (alla Roma), Jovetic (alla Juve). La soluzione meno traumatica sarebbe quella di cercare un buon finale, restare in Europa League e non far brutta figura nelle Coppe. E poi? Poi addio. Nomi che rimbalzano? Tanti. Donadoni e Di Francesco che piacerebbero ai Della Valle. Sarri (ma occorrerebbe una sorta di cataclisma a Napoli) che intriga, tanto, Corvino. Oddo che affascina un po’ tutti, come Castori. Solo un sogno: Luciano Spalletti, che ha aspettative superiori anche a quelle di Sousa.

Ma esiste anche un’eventualità di addio pesante? Non certo per una sconfitta a San Siro con l’Inter. Eventualmente le gare di demarcazione possono diventare quelle interne con Palermo e Sassuolo. Il calendario pare…tifare per un pizzico di ottimismo, ma le trappole sono dietro l’angolo. E poi c’è la più grande delle incognite: Diego Della Valle. Di sicuro al Patron non sono piaciute le ultime dichiarazioni del tecnico portoghese.

Per molto meno si incrinò la panchina di Cesare Prandelli (oltre alla cena con Bettega e ai suoi dubbi sulla Cittadella dello sport), idem per Montella (colpevole di aver definito finito il ciclo viola): se mister Tod’s dovesse decidere di dare una sterzata, allora tutto diventerebbe inutile, anche i tentativi di mediazione, di surgelamento, di rinvio.

Certo che un addio di tipo pesante implicherebbe una serie di problemi di non facile soluzione. Per esempio: chi al posto di Sousa nell’immediato? Non c’è più Vincenzo Guerini. Ipotesi interne del tipo il giovane Guidi della Primavera, magari con la supervisione di Giancarlo Antognoni, hanno solo il supporto del ricordo (Antognoni con Chiarugi) ma pochissima credibilità.

Altri nomi appaiono altamente incredibili. Ma niente può essere escluso. Una cosa è certa: per Sousa il recinto in cui muoversi si è improvvisamente ridotto. Nessuno confermerà, ma la Fiorentina non può permettersi altre dichiarazioni, altre tensioni, altre ferite da suturare. E’ adesso il momento più delicato della stagione e in tutti deve prevalere la logica. Nessuno può correre da solo, fine delle parole in circolo. Almeno così sperano dentro la Fiorentina.

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