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Sousa, stavolta i calcoli valgono più della filosofia di gioco. Giovedì decisiva

Giovedì sarà un giorno speciale e complicato, la Fiorentina sa bene che il destino della stagione dipenderà dal risultato della partita contro il Borussia. Sarà un giorno particolare anche per Sousa, che è sempre stato coerente – a volte troppo – alla sua idea di calcio propositivo basato sul possesso palla e sulla filosofia che i gol subiti non contano, basta segnarne uno in più dell’avversario. Pochi calcoli.

Invece giovedì sarà bene farne parecchi di calcoli, perché quella contro il Borussia Monchengladbach sarà la partita più importante della stagione. Lo sbarco eventuale negli ottavi di Europa League sarebbe un gran colpo anche per gestire con maggiore serenità l’improbabile rincorsa verso il sesto posto. Il Borussia arriva a Firenze convinto di poter recuperare e dalle parole dell’allenatore Hecking («Magari le porte a Firenze saranno più grandi rispetto alle nostre») traspare il senso del rimpianto per come si è snodato il match all’andata: dominio tedesco nel primo tempo con tre occasioni buttate, gol-chicca di Bernardeschi su punizione allo scadere, ripresa più equilibrata e confusionaria.

Al Borussia è rimasto il senso della grande occasione persa, ma rispetto al ritorno troverà una Fiorentina finalmente in grado di far giocare insieme Bernardeschi e Chiesa, i due che ora fanno la differenza.

Niente sarà scontato però, il pronostico è apertissimo. E per la prima volta – insistiamo sul concetto – Sousa dovrà dimostrare di saper calcolare gli effetti decisivi del risultato, impostando un piano-partita che abbia un senso compiuto. Non è esagerato dire che la Fiorentina si giocherà tutto giovedì sera e l’indubbio vantaggio che le consegna il gol di Bernardeschi non deve essere sopravvalutato.
Quindi, testa sulle spalle e in caso di svolgimento favorevole anche molta attenzione a mantenerlo ricordandosi della risposta che ha dato Zeman a chi gli chiedeva se non si sente troppo vecchio, a 70 anni, per tornare in panchina: «Io vecchio? Ci potrei stare altri 100 anni, almeno fino a quando ci saranno allenatori che insegnano solo il possesso palla».

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