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Sousa sereno ma si aspetta il salto di qualità: “Dai giocatori voglio di più”

Non sembra teso, anzi sorride per sostenere le evoluzioni a volte improbabili della traduzione italo-ceca. Clima inizialmente easy, ma Sousa sa cosa lo aspetta a margine dell’Europa League: le domande sulla crisi viola. Si è preparato. Del resto, chissà quanto ci ha pensato in questi giorni, anzi settimane.

Il problema del gol, l’intensità minimal di una squadra che è in tutti i sensi sfiorita, i problemi di rendimento che si possono idealmente far coincidere con il 3-0 subito a Londra contro il Tottenham, il 25 febbraio: da lì solo 5 vittorie, 7 sconfitte e 10 pareggi. Sousa lo sa bene, il suo staff analizza milioni di dati e figuriamoci se la striscia minimal delle 22 partite non è stata presa in considerazione. Allora cosa c’è che non va? E come ci si sente, per la prima volta nell’occhio del ciclone, da condottiero-star a cuoco modesto della solita zuppa?

«Noi vogliamo sempre vincere – dice l’allenatore viola cominciando dal concetto del gruppo – e per farlo serve coraggio. Non è una critica, ma una constatazione. E non mi riferisco ai singoli, ma a tutta la squadra che deve lavorare con l’impostazione mentale e fisica necessarie per ottenere il risultato che ci siamo prefissi».

Il concetto del coraggio verrà ribadito più volte nel corso dell’incontro con i cronisti. E poi, a proposito del ciclone e del suo occhio, Sousa si esprime così: «Tutti noi sappiamo che nel calcio sono decisivi i risultati. Quando non arrivano è logico che ci siano le critiche, è normale e non sono sorpreso. C’è qualcosa che cambierei di quello che ho fatto a livello tattico? Credo che il nostro gruppo abbia seguito un filo logico, tornando sui propri passi dopo aver provato all’inizio a modificare qualcosa. Per essere chiaro, comunque non credo che sia decisivo il numero degli attaccanti, uno, due tre o venti: l’importante è l’equilibrio della squadra». Sousa usa un giro di parole per richiamare i senatori viola ad un rendimento migliore: e anche questo è un passaggio decisivo, nel contesto di una situazione che in fretta deve offrire soluzioni diverse. Lui certamente non usa la parola «senatori», parla di «giocatori più decisivi di altri per lo sviluppo del nostro gioco». Da loro Sousa si aspetta «un rendimento che possa aiutare la squadra a esprimersi sui livelli sui quali sta cercando di ritornare». Ci manca tanto? «Principalmente la vittoria» spiega Sousa, ricordando l’importanza anche in termini di autostima che può derivare da un risultato positivo.

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