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Sousa, ‘bastone e carota’ con Berna. La sostituzione ‘tattica’, e i correttivi per il ritorno

sousa bernardeschi

In molti hanno storto il naso quando al minuto 64 hanno visto uscire Federico Bernardeschi, per far spazio a Cristoforo, ieri al Borussia Park. Non fosse altro perché il 10 viola aveva sbloccato la partita a fine primo tempo con un’autentica magia, di fatto sull’unico sussulto offensivo dei viola nella prima ora di gioco. Palla nascosta all’avversario, punizione conquistata e tiro all’incrocio a togliere le ragnatele. Eppure, Sousa lo ha tolto per far spazio a Cristoforo.

“Federico deve migliorare nell’intensità, nel gioco di spalle. Ha perso diversi palloni di spalle, che non ci hanno permesso di mantenere il controllo. E abbiamo fatto una scelta tattica“, ha commentato Sousa. Nessun riferimento sui problemi alla caviglia, o all’aspetto fisico. Pura scelta tattica. Anche perché Bernardeschi salterà poi anche la sfida di domenica con il Milan, per squalifica. È il ‘bastone e carota’ del portoghese, che ha lanciato Bernardeschi, ma poi ha alternato nel tempo strigliate e frecciatine ad elogi pubblici. Come quando lo definì ‘confuso dentro e fuori dal campo’. Un modo per far crescere un giocatore “che ha il futuro segnato. Al momento in cui troverà continuità in intensità, sarà ancora più forte ed incisivo”. Resta il fatto che in pochi si aspettavano quel cambio, così come non era prevista una piccola critica (costruttiva) a Berna proprio dopo una partita decisa da una perla del 10 viola. “Sì, forse è il gol più bello della mia carriera. Ma Sousa mi ha ripreso per quelle due palle perse…”, ha commentato il talento di Carrara.

Eppure Sousa non era del tutto soddisfatto, della prova del classe ’94. Eletto a migliore in campo da chiunque, ma una sorta di ‘peso‘ per la squadra in quella fase di gioco. Punzecchiato per poter migliorare sempre più, Bernardeschi. Resta il fatto, in ogni caso, che la Fiorentina proprio con l’ingresso di Cristoforo è riuscita poi a gestire meglio l’ultima mezz’ora di gara. Non un fuoriclasse, l’uruguaiano, ma palleggiatore che ha dato respiro ai viola allentando il pressing dei tedeschi. Quindi, insomma, la lettura di Sousa può non esser stata proprio errata.

Correttivi in corso che serviranno in vista del ritorno. “Il gol di Federico ci permette di pensare in maniera diversa al ritorno”, ha commentato Sousa. Perché al di là del risultato, resta una prestazione non sufficiente specialmente nella prima metà di gara. La Fiorentina ha pagato l’intensità del Borussia, la forza fisica ma soprattutto la velocità (e spesso superiorità) sulle fasce. Sanchez, Tello, Maxi Olivera sono andati spesso in difficoltà sulle incursioni dei rapidi (quanto imprecisi) esterni di Hecking. Con il Gladbach che, oltretutto, ha concluso la gara con il 58% di possesso palla, sforando ampiamente il 60% nel primo tempo. Fatto molto inconsueto per i viola.

Al Franchi, tra una settimana, la squadra di Hecking potrebbe non essere così ‘magnanima’ davanti a Tatarusanu, e potrebbe recuperare tra l’altro una punta ‘vera’ come Raffael. Servirà più controllo del gioco, più densità magari sulle fasce. Ci sarà un Chiesa in più, per Sousa. E non sarà poco…

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