Tre gol e 2 assist nelle ultime 6 gare giocate, finalmente nel vivo del gioco. Ed è l’unico di ruolo a sinistra
Prima arma in più, risorsa, giocatore da aspettare, ora addirittura imprescindibile. Così Riccardo Sottil si riscopre insostituibile nello scacchiere di Raffaele Palladino. Almeno in questo modulo, il 4-2-3-1, l’esterno classe ’99 ha caratteristiche uniche nella rosa. E soprattutto in questo momento, con la continuità di prestazioni che ha avuto Ricky nell’ultimo mese e con quanto accaduto a Bove, che interpretava quella zona di campo con altre qualità e grande capacità di dare equilibrio.
FONDAMENTALE. Con il centrocampista romano fuori, Sottil è di fatto rimasto l’unico vero esterno a poter occupare la corsia mancina della trequarti. Che poi vuol dire saper attaccare ma anche difendere, dar mano al Gosens o al Parisi di turno, cosa in cui Ricky è cresciuto tanto in questa stagione. Contro il Bologna Palladino aveva fatto rifiatare inizialmente il classe ’99 proponendo dal 1′ Beltran a sinistra, con risultati non positivi. La tonsillite ha poi bloccato Sottil per la trasferta a Guimaraes, così sull’out mancino si è mosso ancora l’argentino. “Ho solo lui…”, ha spiegato con amarezza Palladino nel post-gara a chi chiedeva magari una mossa alternativa. Perché Beltran, che tanto bene stava (e sta) facendo da trequartista centrale, più largo si perde perché ha meno corsa, scatto e profondità dello stesso Sottil.
IN FORMA. Così, insomma, Ricky è diventato fondamentale. Anche, e soprattutto, per le prove degli ultimi tempi. Decisivo, come ha raccontato prima l’allenatore e poi il giocatore, quel confronto faccia a faccia con Palladino di metà novembre. Di fatto, nell’ultimo mese, Sottil ha messo insieme 3 gol e 2 assist nelle ultime 6 partite giocate. Non solo, perché stando bene fisicamente riesce a puntare con continuità l’avversario, essere più utile per la squadra, fare la fase difensiva. Insomma, un valore aggiunto. Anzi, di più. Tanto che per Palladino sarà importante recuperarlo lunedì contro l’Udinese. L’alternativa? Rivedere ancora Beltran a sinistra. Ma gli ultimi due test non sono andati benissimo.
Di
Marco Pecorini