Il gol liberazione e quel dito a zittire che ha fatto rimanere di stucco i tifosi: “Uno sfogo a caldo, fatto perché preso di mira”
Anche stavolta non ce l’ha fatta, Riccardo Sottil, a trattenere il carico di rabbia che da tempo covava dentro di sé e che nemmeno il sigillo messo a segno in Conference era riuscito ad alleggerire. Com’era successo il 23 gennaio di due anni fa – nel giorno della sua ultima gioia in campionato con il Cagliari – anche ieri d’istinto l’esterno prima di festeggiare con i suoi compagni ha voluto “zittire” qualcuno dopo aver rotto il suo digiuno. Allora, ventitré mesi fa, il classe ’99 se l’era presa coi suoi ex tifosi (rei di averlo troppo spesso “pizzicato” per le troppe assenze), a Firenze invece ad appesantire il clima attorno a Ricky ci hanno pensato le critiche che in questi mesi sono piovute sul suo conto. Ma che l’esterno ha voluto respingere al mittente: «Il mio è stato uno sfogo a caldo: l’ho fatto perché alcune volte, nel calcio, si tende a prendere di mira. Non era rivolta verso qualcuno, visto che poi sono corso verso la mia famiglia: ogni volta che viene a vedermi faccio gol». Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
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Redazione LaViola.it