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Sos attacco: zero gol in tre partite, un tiro e mezzo contro la peggior difesa di Serie A

Possesso lento, nessuna iniziativa nella trequarti avversaria, fatica tremenda nell’andare alla conclusione. La Fiorentina resta ancora a secco

Sembrava di rivedere la Fiorentina di Parma. Impaurita, senza idee, lentissima. Da Iachini a Prandelli, i giocatori non hanno sentito la scossa. Anzi. Contro il Benevento i viola si sono incartati nelle solite paure, hanno palesato tutti i problemi mentali di uno spogliatoio che non riesce a trovare la forza per reagire. Quanto lavoro da fare per Cesare. Che ha provato, con un modulo diverso, a dare un’aria nuova a questa Fiorentina. Kouame a destra, Ribery a sinistra, Castrovilli sulla trequarti e davanti Vlahovic. Doveva esserci anche Bonaventura, trequartista, con Gaetano nei due di centrocampo. Ma un problema fisico all’ex Milan nel prepartita ha fatto cambiare i piani.

ZERO. Insomma, qualcosa di diverso sulla carta ci si poteva aspettare. Ma al di là dei numeri e dei moduli, c’è un grosso problema di fondo a livello psicologico. Giro palla lento, anzi lentissimo. Pochissime iniziative nella trequarti avversaria, ovviamente nessuno schema né combinazione di squadra dalla particolare efficacia. E una fatica tremenda nel tirare in porta. Zero gol contro il Benevento, peggior difesa di Serie A con 20 gol subiti nelle precedenti 7 sfide di campionato. Addirittura 17 presi nelle ultime 5 partite tra campionato e Coppa, per la difesa di Inzaghi. Ma contro la Fiorentina il portiere Montipò non si è praticamente sporcato i guanti.

LA SOLITUDINE DELLE PUNTE. Una sola parata, all’86’, sul colpo di tacco di Vlahovic. Di fatto l’unica azione sullo spunto di Lirola a destra. Poi il buio. Senza un Ribery capace di saltare l’uomo, senza un Castrovilli parso isolato dal contesto, senza undici giocatori che pensino di giocare di squadra. Zero gol fatti nelle ultime tre partite. Ma quel che più preoccupa è l’incapacità di essere pericolosi. Oggi come a Parma, quando solo uno squillo di Biraghi aveva svegliato Sepe dalle altre (poche) parate centrali. Ma anche a Roma, un solo tiro in porta. E allora sì, sarà un problema Vlahovic che nell’atteggiamento non pare un 20enne che deve riconquistarsi la fiducia e spaccare il mondo, un Cutrone che tocca 6 (Sei!) palloni in 41′ giocati, ma soprattutto quel che manca è una squadra che ragioni un minimo d’insieme e permetta ai suoi attaccanti di essere pericolosi. Perché da Dusan a Patrick, passando per Kouame (oggi impalpabile da esterno), nessuno ha le caratteristiche per prendersi il pallone e trascinare la squadra. Vanno serviti in area, assecondare le loro (acerbe) caratteristiche.

QUANTO LAVORO DA FARE. Invece un’altra volta la Fiorentina è rimasta incagliata nelle sue difficoltà. Incapace di essere pericolosa. E non è certo un caso che gli attaccanti viola abbiano segnato 2 gol in otto partite di campionato, 7 reti in 21 partite da giugno. C’è un problema strutturale, di idee e personalità. Quanto lavoro da fare per Prandelli. Con il calendario che non dà troppo tempo. Mercoledì a Udine in Coppa Italia, poi il Milan. Al 15° posto in classifica, con il terz’ultimo posto (Torino) a -3 punti.

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