Iachini ha stupito tutti mandando in campo l’algerino, che ha fatto una bella partita. Qualità, interdizione e corsa da interno di centrocampo
Da ‘oggetto misterioso’ a inaspettata risorsa? Presto per dirlo, ma senz’altro la prova di Rachid Ghezzal all’Olimpico ha sorpreso tutti. Forse solo in parte Iachini, che già da tempo aveva iniziato a lavorare sul nuovo ruolo dell’algerino, che da esterno puro era ormai tagliato fuori dal 3-5-2 ma anche da altri possibili assetti tattici. Un ruolo da mezzala molto ‘mobile’, con capacità di spinta ma anche di interdizione. Ieri è partito un po’ ‘timido’ nel primo tempo, pur essendo utile in copertura e nel pressing su Luis Alberto e compagni. Poi nella ripresa è diventato protagonista, sfiorando due volte il colpaccio.
SORPRESA. E chi se lo aspettava, da un giocatore che aveva disputato solo 280′ in campionato (solo 3 volte titolare) e pochi giorni fa veniva inserito in campo per poi essere nuovamente sostituito dopo 6′ (per motivi tattici, dopo il rosso a Caceres contro il Brescia). Dall’etichetta di ‘sfortunato’ per il cambio repentino a una partita in copertina, al cospetto della seconda in classifica che sì era pur infarcita di infortunati, ma che comunque schierava gente come Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Parolo in mezzo al campo. Ed è stata messa in difficoltà da una Fiorentina coraggiosa per almeno 70 minuti. L’ultima partita da titolare, Ghezzal, l’aveva giocata contro la Juve ad inizio febbraio, in una viola in piena emergenza tra le tante assenze. Non aveva praticamente mai lasciato il segno in stagione, se non in Coppa Italia contro il Cittadella con un buon assist per Benassi. Ieri, Ghezzal, ha stupito tutti.
NUOVO RUOLO. In quel ruolo ‘basculante’ (per dirlo ‘alla Sousa’) tra interno di centrocampo e primo supporto per l’attacco. Iachini ci stava lavorando da un po’, tanto che già contro il Brescia inserì per pochi minuti Ghezzal da mezzala a piede invertito (nel ruolo di Duncan). Già Montella, a dir la verità, aveva iniziato l’arretramento tattico dell’algerino per mancanza di alternative. Ma con pochi risultati. All’Olimpico, invece, l’ex Leicester ha sfornato una prova importante. Prima ha costretto Bastos ad un fallo che avrebbe meritato anche il rosso diretto a fine primo tempo, poi mettendosi in proprio ha colpito una traversa (a Strakosha battuto) con una grande giocata dal limite. Poco dopo, ha sfiorato ancora il gol con un rasoterra uscito di poco. Mostrando le sue qualità che, nelle precedenti apparizioni, erano rimaste ‘nascoste’.

Di
Marco Pecorini