L’approfondimento su Repubblica di Stefano Cappellini sulla stagione dei viola aggrappati alle coppe per salvare la stagione
Il calcio non è mica una cosa complicata. Prendete la Fiorentina di Italiano. Come quella del primo Prandelli o del primo Montella, il suo successo iniziale si spiega con una miscela azzeccata. Un tecnico nuovo, motivato e con buone idee, un mercato importante e azzeccato. Dove sta la differenza? Semplice, appunto: al secondo giro a Prandelli e Montella fu confermato il blocco dei giocatori. E, anzi, furono dati i pezzi che mancavano dove più serviva. A Italiano, no. Scrive la Repubblica.
Perso Vlahovic a metà della scorsa stagione, sono arrivati tre sostituti che non ne fanno uno. Torreira aveva riportato a Firenze un ruolo che pareva sparito, il regista di centrocampo. L’abbiamo perso e non sostituito. A meno che qualche ottimista non pensi che il sostituto sia Mandragora. Se n’è andato Odriozola, decisivo soprattutto in fase d’attacco, ed è arrivato Dodo, forse il cugino.
Se a questo si aggiunge che l’arrivo più importante della scorsa stagione, Nico Gonzalez, quest’anno non ha praticamente mai giocato, il quadro è quasi completo. Per chiuderlo si potrebbe aggiungere che non c’è un solo giocatore, tra quelli arrivati da gennaio 2022 a oggi, che si sia rivelato un buon affare. Si capisce bene perché il secondo anno di Italiano sia stato fin qui così diverso dai precedenti cicli di successo.
Resta la speranza che almeno un paio di giocatori risorgano
L’obiettivo è chiaro. Non mollare in campionato, provare il colpo in Conference (ma con il Braga sarà durissima) e puntare forte sulla Coppa Italia. Il corridoio per arrivare in finale c’è. Può essere il modo migliore per non fare un passo indietro.
Di
Redazione LaViola.it