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Editoriali

Soliti rimpianti, ma la Fiorentina ritrova cuore e orgoglio. Beffa Bernardeschi

La fotografia della serata è innegabilmente la faccia esultante di Bernardeschi. Un figlio del settore giovanile viola, che prima si prende fischi ed insulti, poi si fa beffe di una città che lo ha adottato per oltre dieci anni, esultando in modo piuttosto accentuato dopo il gol che ha sbloccato la partita. A Firenze è cresciuto, è diventato un uomo e calciatore. Storie di calcio, di quelle che fanno male, a volte, più di una sconfitta.

La partita racconta di una Fiorentina tutta cuore, con un primo tempo disputato su ritmi alti da parte della squadra di Pioli. Pressing a tutto campo, furore agonistico, qualche buona trama di gioco e soprattutto due episodi chiave che hanno tenuto la Juventus in partita. Il rigore revocato dal Var, dopo che era stato assegnato dall’arbitro Guida, ed il palo clamoroso di Gil Dias, lanciato in uno splendido contropiede spinto da Veretout e Chiesa in seguito ad un calcio d’angolo della Juventus. Fiorentina sfortunata, la dea bendata si è girata dall’altra parte anche stavolta. Il classico ‘mai una gioia’ echeggiava all’intervallo, prima che la serata diventasse beffarda in modo totale.

La ripresa è andata esattamente come voleva Allegri. Ritmi più bassi della Fiorentina (era impensabile mantenere gli stessi del primo tempo), episodio a favore con la punizione di Bernardeschi (con la complicità di Sportiello) e partita chiusa in contropiede, con il centro di Higuain lanciato in campo aperto.

Resta l’amaro in bocca, ma anche la sensazione che la Fiorentina abbia fatto il massimo ed abbia giocato la partita al meglio delle proprie possibilità. E questo è un aspetto sottolineato anche dai cori e dagli applausi dei tifosi viola al termine della partita. Sconfitta si, ma il Franchi ha ritrovato il cuore della sua Fiorentina. Quello che la squadra, pur con tanti limiti tecnici e di organico, aveva messo in campo in ogni partita nel girone d’andata. Cosa che, invece, era mancata al ritorno dalla sosta invernale contro Sampdoria e Verona.

Chiusura con il ritorno dopo nove mesi a Firenze di Andrea Della Valle. Toccata e fuga per stare vicino alla squadra ieri mattina, ma il suo è un ritorno che non sposta di una virgola il rapporto con Firenze. Il Patron non ha voluto contatti con stampa e tifosi, ha lasciato Firenze prima di pranzo e non ha assistito dallo stadio alla partita. I cori, che lo invitano a vendere la Fiorentina, ci sono stati e continueranno ad esserci. Non può bastare un blitz di un paio d’ore per ricucire il rapporto con Firenze.

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