L’ex portiere della Fiorentina parla di Vincenzo Italiano e del suo ciclo a Firenze, che oggi terminerà
Parla così l’ex portiere della Fiorentina Salvatore Sirigu al Corriere Dello Sport: “Sono stato a Firenze con Vincenzo Italiano per sei mesi dei quali la metà fermo per l’infortunio al tendine d’Achille. Facevo poco campo, ma ero molto presente, partecipavo attivamente alla vita della squadra. Per questo vi assicuro che quelle settimane sono state sufficienti per capire l’uomo e l’allenatore. E quindi per apprezzarlo. Non mi stupisce che si parli di lui o che il Bologna lo voglia per la Champions”.
ITALIANO. “E’ un animale da campo. Fosse per lui starebbe ore ad allenare nel senso più vero del termine: fatica, sudore, schemi, tattica. Ama trasmettere concetti precisi mentre allena, anche senza video riesce a far capire esattamente quello che vuole. Ha voglia e passione, credo che ce ne siano pochi capaci di insegnare calcio come fa lui. Non ha filtri. Non li ha come allenatore perché, da ex centrocampista, ha visione e velocità di gioco e di esecuzione. E non li ha da allenatore perché ti parla direttamente e ti guarda in faccia”. Focoso? “Questo non posso negarlo (ride, ndr). Ma non è uno che si incazza tanto per fare. Ha un carattere passionale, si incendia, è totalmente siciliano, anche se è nato in Germania, prende a cuore le cose. I suoi discorsi, che siano tattici o motivazionali, restano impressi”.
ANEDDOTO. “A febbraio 2023 pareggiammo in casa con l’Empoli. Vincere ci avrebbe fatto fare un balzo in avanti in classifica, giocammo bene ma non riuscimmo a portare a casa i tre punti per errori nostri e anche un po’ di sfortuna. C’era malumore, nello spogliatoio e in tribuna. Ma quando tornammo dentro ci disse: “Sono orgoglioso di voi, non posso rimproverarvi niente. Non sono arrabbiato, ma dispiaciuto, e sono sicuro che continuando così le soddisfazioni arriveranno”. Parole importanti, che sono state la base di quello che è venuto dopo, le due finali. Ha insegnato a tutti a credere in quello che si faceva”. A Bologna? “Lo vedrei bene ovunque perché è molto bravo, uno dei migliori”.
FINALI. “Non sono d’accordo quando sento e leggo che sarebbe un perdente. A parte che è ancora giovane, ma poi perché valutare un allenatore solo in base ai trofei? Gasperini ha vinto quest’anno e il suo valore è sempre stato altissimo. Perdere le finali non piace a nessuno, ma può capitare. Persino Maradona ha perso, questo discorso vale veramente poco. Italiano ha fatto tre finali con la Fiorentina senza mai crollare in campionato e quest’anno ha tenuto su un ambiente che ha dovuto subire anche un lutto come la morte di Joe Barone. Non mi pare poco. Non so se davvero andrà a Bologna, mi informo poco del mercato dei fantallenatori, ma spero che trovi la soluzione giusta per lui perché davvero può insegnare calcio a molti e può valorizzare un gruppo”.
Di
Redazione LaViola.it