Dopo la tripletta che gli fece perdere lo scudetto al Napoli, il poker di ieri che apre la crisi nella Lazio. Ma i biancocelesti in casa si trasformano
La tripletta del Cholito, il 29 aprile 2018 a Firenze, gli tolse lo scudetto con il Napoli. Ieri a Verona l’argentino si è ripresentato come il peggiore degli incubi e gli ha rubato l’anima, segnando quattro gol. Il poker di Simeone certifica la crisi di Sarri e mette in discussione il progetto tattico della Lazio. Da ieri sera tutti a Formello: ritiro punitivo deciso da Lotito, allibito a Roma davanti alla tv, e comunicato dal ds Tare negli spogliatoi del Bentegodi. Chissà se l’ex tecnico di Juve e Chelsea nelle prossime ore comincerà a interrogarsi su quale sia il modo migliore per uscirne, scrive Il Corriere dello Sport.
CRISI TATTICA. Se a Bologna, prima della sosta, era mancato l’atteggiamento e si era parlato di black out, il ko di Verona chiama in causa una dietro l’altra solo ragioni tattiche. La Lazio, abituata da anni a concepire un altro calcio e con un centrocampo poco dinamico, fatica ad adattarsi. È stata snaturata, gioca fuori caratteristiche, non si tratta solo di un ciclo finito, di un gruppo saturo di stimoli. Ieri il Verona ha dominato la partita dal punto di vista fisico, dell’interpretazione tattica, dei duelli. Non servono scuse relative al calendario o all’Europa League.
RITIRO. Come aggiunge La Gazzetta dello Sport, la Lazio è rimasta chiusa nello spogliatoio per un’ora a interrogarsi sui suoi problemi. Andrà in ritiro almeno fino a mercoledì, giorno della sfida con la Fiorentina. Che per fortuna dei biancocelesti è in casa. Perché in questo momento ci sono due Lazio. Quella che all’Olimpico, tranne il 2-2 col Cagliari, ha sempre vinto (anche con Roma e Inter). E quella che ha perso 3 partite (2 delle quali non proibitive) in trasferta. E poi c’è un’altra Lazio ancora: quella che non regge due partite ravvicinate. Dopo gli impegni d’Europa League ha perso due volte e pareggiato una. «Dulcis in fundo» l’affaire Luis Alberto, ancora una volta in panchina. Per Sarri c’è parecchio da lavorare per non perdere ulteriore terreno dai primi.
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Redazione LaViola.it