“Mio padre mi ha insegnato che c’è sempre qualcosa in cui migliorare”. Parla così a Tiempo.ar Giovanni Simeone.
Lo stimolo Batistuta a Firenze? “E’ qualcosa che mi motiva molto. Tutti mi hanno parlato di Batistuta fin da quando sono arrivato a Firenze, perché è il riferimento massimo. Ho fatto 14 gol, so di essere all’altezza del compito e di poter dare molto di più. Ciò non significa che sarò Batistuta o arriverò a quel livello. Voglio essere Giovanni Simeone. Ci sono persone importanti nel mondo del calcio che parlano di me, questo mi entusiasma. Due anni fa ero in Argentina, in questo periodo sono cambiato molto”.
Cos’è il gol? “La cosa più importante. L’attaccante deve pensare ed essere innamorato del gol. La formula migliore per un attaccante è avere sempre il gol nei suoi pensieri. Avere la capacità di segnare è bello”.
Sei andato a segno contro Juve, Roma, Inter, Milan e Napoli. Questi gol hanno un peso speciale? “Essere in grado di fare gol a tutte le grandi non era nei miei obiettivi, e farlo in così poco tempo mi dà soddisfazione perché so che posso dare di più. Posso crescere molto, non mi vedo per niente arrivato”.
Quanto è importante la fiducia? “Il compito di attaccante è più mentale che altro. Gli attaccanti lavorano molto per la squadra, ma bisogna restare calmi ed equilibrati per sfruttare i momenti in cui bisogna entrare nel gioco, che a volte sono pochissimi. A volte i minuti passano senza che tu partecipi al gioco, ma bisogna stare tranquilli per avere la chance che può essere l’unica della partita”.
Sei molto esigente con te stesso? “Si. A volte è brutto perché non riesco a godermi le cose che faccio. Mio padre mi ha insegnato che c’è sempre qualcosa da migliorare”.
Firenze è una città molto ‘calciofila’? “Si, sono molto passionali. La Fiorentina è l’unica squadra in città: ora, con l’arrivo di Ronaldo, tutti guardano alla partita contro la Juventus. Il suo arrivo ha fatto molto bene al calcio italiano, è bello che Ronaldo, Messi e Neymar giochino in campionati diversi”.
Ti senti di poter far parte della nuova generazione dell’Argentina? “Anche se devo continuare a migliorare, vedo che ci sono delle possibilità per la Nazionale. Quando finisce un Mondiale, escono le opportunità. Tutto dipenderà da quello che farò con la Fiorentina. È uno dei miei obiettivi e dei miei sogni: da ragazzo ho sempre voluto giocare in Nazionale. È una cosa che ho da sempre in testa perché sono cresciuto vedendo mio padre con la maglia dell’Argentina”.
Perché credi che ci siano possibilità? “Perché vedo che Lanzini, Lo Celso e Mammana, ad esempio, hanno la possibilità di esserci, ed è l’età giusta per avere l’opportunità. Spero ci sia la possibilità e farò di tutto per farla accadere”.
Di
Redazione LaViola.it