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Simeone, segnali di ripresa nel 2019. Solo i gol possono ridargli una maglia da titolare

In enorme difficoltà nel girone d’andata, in questo inizio anno il Cholito ha reagito bene nonostante abbia perso la maglia da titolare. Sta a lui far ricredere i tanti scettici sul suo valore

Poteva sprofondare in una crisi infinita, prigioniero delle pressioni e chiuso da compagni più talentuosi. Invece, Giovanni Simeone nelle ultime settimane sembra aver reagito bene, nonostante abbia perso la maglia da titolare per due partite consecutive, cosa che non gli era mai accaduta in stagione.

Il Cholito ha attraversato un pessimo girone di andata, ricco di passaggi sbagliati, spezzoni (o partite) totalmente anonimi, gol facili sbagliati e pochi realizzati (solo quattro). Proprio nella partita che ha chiuso il 2018 e la prima metà del campionato la misura è sembrata davvero colma. Genova, sponda rossoblu, 29 dicembre 2018: passano pochi istanti dal fischio d’inizio e la Fiorentina conquista un corner. Mirallas si incarica di batterlo, Edimilson, appostato sul primo palo, prolunga la traiettoria che finisce sulla testa del Cholito. Ma l’argentino incredibilmente sbaglia a due passi dalla porta, completamente solo, con quello che durante la passata stagione aveva dimostrato essere il suo miglior fondamentale, ovvero il colpo di testa.

Da quel momento, contro la sua ex squadra Simeone colleziona l’ennesima partita scialba, fatta di tanti errori e di sparizioni misteriose dal campo. Sembra davvero troppo, il giocatore è nettamente involuto rispetto alla stagione precedente e la Fiorentina già da settimane ha deciso che in attacco qualcosa deve cambiare. Arriva Muriel e Pioli sin dalla prima del 2019 in Coppa Italia decide di puntare su di lui, a scapito proprio del Cholito.

Che però a Torino entra nel secondo tempo proprio al posto di un Muriel non ancora al 100% con un piglio diverso, quasi arrabbiato. Come se finalmente volesse dimostrare a tifosi e stampa che non è il giocatore visto nella seconda parte del 2018. E il gol che sblocca la gara nasce da una sua discesa di oltre 50 metri in contropiede, in cui resiste al contatto di due difensori granata e si presenta davanti a Sirigu, sbagliando, ma la respinta del portiere favorisce il primo gol di Chiesa.

Contro la Sampdoria torna l’insufficienza in pagella, inevitabile perché il Cholito anche stavolta non concretizza due ottime palle gol (davvero goffo il primo errore, nel quale col destro si calcia il pallone sul piede sinistro). Ma in quello che è uno dei migliori primi tempi della Fiorentina, quantomeno Simeone appare più presente nella partita, nonostante non manchino gli errori. Altra prestazione così così a Verona con il Chievo e altra sostituzione prematura perché la squadra è rimasta in 10. Pioli allora decide di cambiare qualcosa: il tecnico, che ha sempre dato fiducia all’ex River Plate (anche per mancanza di alternative davvero valide), lo fa sedere in panchina sia con la Roma che con l’Udinese.

Per l’argentino classe 1995 è un colpo dal quale difficilmente ci si può riprendere. In difficoltà per più di quattro mesi, in pochi giorni vede Muriel intendersi alla perfezione con Chiesa (intesa mai sbocciata, invece, col Cholito) e segnare una doppietta strepitosa alla prima partita in Serie A. Inoltre, osserva dalla panchina Mirallas mentre serve cioccolatini ai compagni contro la Roma. Per un giocatore in grande crisi psicologica potrebbe essere il colpo del ko.

Invece, Simeone reagisce: coi giallorossi entra al 28′ del secondo tempo e, determinato come non mai, riesce a segnare una doppietta che lascerà alla storia un risultato davvero inaspettato. Certo, il Cholito subentra a col punteggio fissato sul 4-1 e la Roma in inferiorità numerica da qualche secondo. Le condizioni migliori per far bene, ma non era così scontato se consideriamo le enormi difficoltà riscontrate dal 9 gigliato. Così come non era scontato entrare bene in campo a Udine. Simeone scende però in campo con l’atteggiamento giusto, lottando su ogni pallone che gli capiti a tiro.

https://youtu.be/eCtUF_EKrTQ?t=189

Insomma, sedersi in panchina sembra aver innescato nella mente dell’argentino una reazione positiva. Detto che Chiesa e Muriel sono titolari inamovibili dell’attacco gigliato, Simeone deve giocarsi il posto con Mirallas. La prestazione anonima del belga contro l’Udinese lascia speranze al Cholito, che per questioni di equilibri di squadra (il tridente pesante non è sostenibile in tutte le partite) non potrà più contare su una maglia da titolare fisso. Tuttavia, Simeone ha dimostrato che brama il riscatto personale in questo 2019 e la sola arma che ha per mettere in difficoltà Pioli nelle scelte è tornare a segnare con una certa regolarità.

Per un giocatore non particolarmente dotato come lui, l’aspetto mentale può fare la differenza nelle prestazioni in campo tra il giorno e la notte. La strada resta in salita, ma i primissimi segnali sono quelli giusti. Sta solo a Simeone riuscire a far ricredere i tanti scettici sul suo valore di giocatore.

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