Per il Cholito secondo gol di fila, più l’assist per Mirallas. Quel gesto però fa ancora discutere, nonostante le scuse ripetute.
Per la Fiorentina è stata una bella domenica, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio. I tifosi hanno fatto (bene) i tifosi, Pioli ha fatto bene l’allenatore, Mirallas ha fatto bene la seconda punta, Dabo ha fatto bene il subentrato, e… Simeone ha fatto molto bene (un gol e un assist) l’attaccante. In una domenica tutta viola c’è stato un neo, uno soltanto: il gesto di ripicca dell’argentino, dito alle labbra rivolto alla Fiesole dopo che aveva sentito qualche fischietto per un suo tiro-passaggio sbagliato proprio poco prima del gol, che era però arrivato dalla Maratona. Poi l’uomo…del neo, il Cholito, ha chiesto scusa a ripetizione.. Ma perché quel “ditino”? Sicuramente per quei mugugni, assommati alle critiche, giuste e sferzanti, delle settimane prima.
DIFESA. Ma a dare la lettura esatta di quell’increscioso “ditino” ci ha pensato papà Diego. “È un uomo squadra, vive per il gol. E il centravanti deve vivere per il gol, lavora per questo”. Vero, il Cholito, vive per il gol e per vincere. Spende tutto se stesso per riuscirci e si arrabbia di brutto (prima di tutto con se stesso) se non ci riesce. E fino a ieri Giovanni era una furia. Un’astinenza lunga, due volte mandato in panchina e quando sostituito usciva che pareva una furia.
LA SVOLTA. Ma ecco la svolta, a Reggio, quando è partito dalla panchina: è entrato insieme a Mirallas ed è riapparso il tridente, non più con Pjaca, bensì con il belga. Sarà una coincidenza? Resta il fatto che la coppia Simeone-Mirallas ha iniziato a funzionare. Un gol a testa segnato al Sassuolo, poi la domenica contro l’Empoli.
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Redazione LaViola.it