Rassegna Stampa

Silenzio e vetri semichiusi: Vlahovic, giorno da recluso. Con la Digos a sorvegliare

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L’attaccante viola, insieme ad alcuni amici serbi, è rimasto ieri a casa in isolamento. In attesa di notizie da Torino

Trincerato tra le mura domestiche, con le tapparelle per metà abbassate, in attesa di buone notizie. Il primo pomeriggio da quasi bianconero di Dusan Vlahovic è trascorso nella quiete più totale all’interno del suo appartamento in zona Firenze Sud. Una casa di proprietà di Jovetic che è stata affittata prima a Ljajic e poi a Bakic. Storia passata, come quella che presto riguarderà il classe 2000, atteso tra poche ore a Torino ma ancora alle prese con l’indisponibilità che lo ha messo fuori causa per la trasferta di Cagliari, con cui Vlahovic sta convivendo chiuso in camera da letto, con la sua Mercedes bianca parcheggiata nella corte interna e alla presenza di alcuni amici serbi, pronti di tanto in tanto ad affacciarsi alla finestra, spostando con fare circospetto le tende, per monitorare la situazione all’esterno. Così scrive La Nazione.

SORVEGLIANZA. La stessa operazione che, di sua iniziativa, ha scelto di fare anche la Digos che fin da dopo pranzo ha istituito una sorveglianza dinamica sotto casa del serbo anche se per fortuna tutto è filato liscio (tranne qualche curioso passato per caso e un paio di tifosi che hanno addirittura provato a citofonare all’appartamento di Vlahovic, non si è visto nessuno). E questo nonostante alcuni striscioni dai toni duri affissi nella notte di martedì nei pressi del Franchi, dopo la notizia dell’imminente passaggio della punta alla corte di Allegri: «Vlahovic non ha mai fatto parlare di sé: tranne una volta in cui fummo costretti a chiamare i carabinieri perché di notte stava tenendo la musica alta per via di una festa, si è sempre comportato bene. È un peccato che se ne vada» raccontano alcuni vicini.

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