Franck Ribery è sempre più leader, in campo e nello spogliatoio della Fiorentina. Quel “ho parlato alla squadra” prima della Juventus come nel pre-Lecce dell’anno scorso
Si scrive Franck, si legge leader. La continuità di rendimento non sarà stato il suo forte da quando è arrivato alla Fiorentina, un pò per motivi anagrafici, un pò per una rosa non al suo livello tecnico. Carisma e leadership nello spogliatoio, invece, sono quelli dei giorni migliori per Ribery.
“E’ una partita contro la Juve, sono forti, alla squadra ho detto di giocare tranquilli e sereni, facendo la nostra partita”, ha detto il francese nel pregara di Fiorentina-Juventus. Cosa che era già accaduta nello scorso finale di stagione a Lecce: “Stamani ho parlato alla squadra e ho detto che non era una partita come le altre. E la squadra oggi merita di prendersi i tre punti”. Momenti e gare differenti per appeal, non per valore. Perché con la Juventus ieri, come col Lecce un anno fa, in palio c’erano punti salvezza.
PRIMA E DURANTE. Non solo prima del match, ma anche durante la gara contro la Juventus, Ribery ha fatto da guida per i compagni. Col pallone tra i piedi, ma anche a palla lontana, dispensando consigli e indicazioni a tutti. Da Vlahovic a Castrovilli passando per i centrocampisti. Una sorta di allenatore in campo, oltre che una guida. Proprio come spesso e volentieri aveva fatto anche l’anno scorso, con riferimento, ancora, alla gara con i salentini di Liverani: “Dopo i primi 45′ ho visto German che aveva dolore alla gamba, gli ho detto di uscire perché anche domenica è importante e vogliamo vincere”.
CON ROCCO. A causa dell’espulsione rimediata contro il Genoa, era stato costretto a saltare la gara con l’Atalanta. Prima del fischio d’inizio di quella partita, non era passato inosservato l’abbraccio tra Ribery e Rocco Commisso. Leggendo il labiale, il messaggio del patron viola al francese fu chiaro: “Abbiamo bisogno di te”. Il momento, d’altronde, era delicatissimo per la Fiorentina. E FR7 non si è sottratto a tale responsabilità. Né sul terreno verde, né dentro lo spogliatoio.
CON VLAHOVIC. L’intesa con Vlahovic è aumentata a dismisura. Anche contro la Juventus, un paio di volte, i due si sono trovati quasi alla perfezione. Un girone fa, proprio contro i bianconeri, l’assist del francese per il serbo era sembrato un’eccezione. 19 gare dopo, invece, è diventato consuetudine. Nonostante ciò, Ribery non si è mai fermato nel dare indicazioni al serbo. Per quanto Vlahovic continui ad avere Ibrahimovic come idolo, Ribery gli ha dato, senza dubbio, l’esempio. A livello tecnico, ma anche mentale. Perché se è vero che la crescita del 9 viola è evidente dal punto di vista di gol e fase realizzativa, è altrettanto vero che Vlahovic, adesso, è un altro giocatore. Non si butta giù di morale se sbaglia qualcosa durante la gara, fa a sportellate con tutti, fa reparto da solo, e raccoglie i frutti di un click mentale che è arrivato anche grazie al poter lavorare tutti i giorni con Ribery al fianco. Uno che alle 6.30 di mattina, l’estate scorsa, o alle 1 di notte dopo Genoa-Fiorentina 2-1 di inizio stagione 2019-20, si faceva aprire i cancelli del centro sportivo per allenarsi.
CON CASTROVILLI. “Anche Franck mi ha detto che devo tirare più spesso”, ha invece detto Castrovilli dopo Fiorentina-Juventus. Le combinazioni tra i due non sono mancate in stagione. Dal gol all’Inter all’andata, all’occasione col Sassuolo di pochi giorni fa. Tuttavia, a livello tattico, Castrovilli e Ribery hanno avuto non poche difficoltà a non pestarsi i piedi durante tutto il campionato. Chissà che dopo il 9 non possa essere la volta del 10 riuscire a fare ulteriori passi in avanti grazie ai consigli di FR7.
FUTURO. Il futuro di Ribery?Iachini, ieri, ha glissato. Barone, invece, ha aperto: “Stiamo parlando. Stiamo lavorando da tempo per il futuro, ma la cosa importante, adesso, è la partita di oggi”. Come a dire, ne riparleremo. Di sicuro non alle cifre attuali, e non pensando che possa fare, a 38 anni, 38 partite su 38 per tutti i 90’. Ma una Fiorentina che vuol crescere può privarsi a cuor leggero di Ribery? A questa domanda dovranno rispondere proprietà e uomini mercato viola. Non tanto a parole, ma con i fatti.
Di
Gianluca Bigiotti