Editoriali
Si riparte: Inter nel mirino, con le incognite dei rientri all’alba del lungo tour de force. Franchi, intoppo PNRR e rebus ‘trasloco’
Gruppo al completo solo giovedì, Gonzalez l’ultimo a tornare. Da Jovic a Terzic, qualche situazione da monitorare. Poi la ‘partita’ dello stadio: per Palazzo Vecchio restyling non a rischio
Due giorni di riposo e via. Oggi (martedì) la Fiorentina riprende ad allenarsi e dà di fatto il via alla missione Inter. Prima tappa di un lungo tour de force che porterà, almeno, fino al 7 maggio, con 11 partite in 37 giorni. Ma la speranza è che si possa anche allungare, con le semifinali di Conference e la finale di Coppa Italia. Di fatto, comunque, per almeno più di un mese i viola non avranno più soste. La fase cruciale della stagione tutta da vivere, sull’onda dell’entusiasmo ma anche con tutte le incognite che una sosta per le Nazionali può portarsi dietro.
VERSO L’INTER. Non solo perché la spina della tensione è stata staccata per qualche giorno. Ma anche perché, come al solito, diversi giocatori torneranno solo all’ultimo dalle Nazionali. In particolare Gonzalez (in campo nella notte tra martedì e mercoledì in Argentina) ed Amrabat, due dei pilastri di questa squadra. Italiano avrà il gruppo al completo solo giovedì, due giorni prima di Inter-Fiorentina. Con il marocchino che, come ha svelato Regragui, era anche malato contro il Brasile. Mentre Jovic sta affrontando qualcosa di più serio nella trasferta in Serbia: già era in condizioni precarie di salute a Firenze, ci sarà da capire come tornerà in città in settimana. Anche Biraghi deve superare una forma influenzale, mentre Terzic sfrutterà allenamenti preziosi per tornare in forma dopo l’infortunio.
TOUR DE FORCE. Insomma, piccole-grandi questioni da mettere a posto verso la fase decisiva della stagione. Italiano in queste due stagioni ha dimostrato più volte di affidarsi a chi ha lavorato con lui durante le varie soste, potrebbe accadere anche stavolta. Anche per evitare di correre rischi. Con l’Inter sarà una partita importante contro un’avversaria in cerca di riscatto dopo due sconfitte di fila: Inzaghi si gioca il posto e la Champions. La Fiorentina invece deve cercare di dare ancora continuità se vuole credere ancora al 7° posto: nel prossimo weekend la Juve ospiterà il Verona, l’Atalanta giocherà a Cremona e ci saranno due scontri diretti, ovvero Bologna-Udinese e Sassuolo-Torino. Poi per i viola sarà tempo di Coppa Italia, con l’attesa semifinale sul campo della Cremonese. A seguire Spezia (in casa), Lech Poznan (fuori), due gare di fila al Franchi con l’Atalanta e i polacchi, la trasferta a Monza, il ritorno con la Cremonese in casa, poi Samp (ancora al Franchi), Salernitana (fuori) e Napoli (fuori). Tre fronti da vivere tutto d’un fiato.
CONTESTATA L’AMMISSIBILITA’. Mentre con la sosta Nazionali è esplosa con fragore la questione Franchi. L’ultima riguarda una parte dei fondi legati al PNRR. La Commissione UE ha contestato l’ammissibilità del restyling dello stadio fiorentino per i finanziamenti europei per quanto riguarda i Piani Urbani Integrati. Si tratta di 55 milioni dei quasi 200 complessivi che il Comune di Firenze aveva ottenuto per il maxi progetto. Un approfondimento, da parte della Commissione Europea, che dovrebbe durare un mese. Da Palazzo Vecchio si dicono “fiduciosi e certi della validità dell’intervento”, e presto verranno forniti “tutti i chiarimenti e le indicazioni tecniche, economiche e giuridiche per motivare la correttezza della procedura e l’ammissibilità del finanziamento”. Insomma, secondo Nardella e l’amministrazione fiorentina il restyling del Franchi non sarebbe in discussione, visti i passi fatti fin qui. Anche il Governo Meloni, in una nota, si è detto pronto a fornire “ulteriori elementi a sostegno dell’ammissibilità”. E’ evidente che la linea politica tra Palazzo Chigi e Firenze è profondamente diversa, anche perché i finanziamenti ministeriali erano arrivati dal precedente Governo Draghi. Ci saranno da capire quindi gli sviluppi anche in questo senso (un passaggio tutt’altro che banale). E in caso di clamoroso dietrofront su questi 55 milioni, da capire come verranno ‘trovati’ i fondi necessari.
‘TRASLOCO’ FORZATO. Il tutto mentre si sta giocando la ‘partita’ sul ‘trasloco’ della Fiorentina nel 2024/2025 e nel 2025/2026. La ‘bomba’ (anche politica) è esplosa la scorsa settimana, anche se da mesi si sapeva che i viola avrebbero potuto giocare lontano dal Franchi durante i lavori. Ma con l’evidenza dei fatti, ancora non c’è una soluzione ideale. Anzi. I vertici politici regionali e locali stanno spingendo per far restare la Fiorentina all’interno dei confini toscani, magari fiorentini, ma non è affatto semplice. In Toscana c’è, ad oggi, un unico impianto (oltre al Franchi) in grado di ospitare la Serie A, ed è il Castellani. Ma la sindaca Barnini ha manifestato a chiare lettere perplessità e difficoltà oggettive, dall’ordine pubblico alla viabilità. Per organizzazione, costi, gestione e non solo. Per questo, l’ipotesi Empoli si sta allontanando pesantemente. Si sta provando a capire quanto sia percorribile la soluzione della Scuola Marescialli e Brigadieri di zona Castello. Una sorta di ‘stadio provvisorio’, ma anche in questo caso ci sono (almeno) un paio di grandi dubbi. Primo: se anche la valutazione dei costi potrà dare una stima inferiore agli 8-10 milioni di euro (ma non è facile), chi pagherà le spese? Molto difficile che lo faccia Commisso, complicato anche che sia il Comune a finanziare l’operazione. Servirebbe un accordo, come ‘suggerito’ da Eugenio Giani, anche riguardo alla concessione futura del Franchi e alla gestione del commerciale dello stadio. Ma la questione non è semplice, anche perché il presidente viola ha dimostrato di voler sì investire (vedi Viola Park), ma solo a giuste condizioni (disse no ad esempio alla Mercafir). L’altro dubbio è sui tempi: tra progetti, via libera e passaggi burocratici, ci sarebbe rendere pronta la struttura in meno di 17 mesi per farci giocare la Fiorentina dall’estate 2024. Impresa assai ardua.
REBUS. Discorsi simili per altri impianti toscani di cui si è parlato in questi giorni, da Pistoia fino a Prato: lavori più o meno importanti da fare e tempi incerti. Fuori Toscana anche Perugia non è messa bene, così come il Braglia di Modena dovrebbe subire alcuni lavori per tornare ad ospitare la Serie A. Mapei Stadium ok, ma solo per le eventuali coppe europee: nel weekend ci sono già Sassuolo e Reggiana. Insomma, un rebus difficile da risolvere. Con la Fiorentina che può perdere fino a 30 milioni complessivi tra mancati incassi al botteghino e diritti tv (legati al numero degli spettatori paganti). C’è tempo, sì, ma mica tanto. Diplomazia al lavoro, con Nardella a New York insieme a Commisso e la politica toscana attivata per cercare un incastro. Da Palazzo Vecchio assicurano che l’approfondimento della Commissione UE non farà saltare il restyling. Ma nelle prossime settimane la partita sarà decisamente tirata.