Ufficialmente (ufficiosamente non è dato saperlo) il summit dirigenziale della Fiorentina si risolve in un nulla di fatto. Si aspetta fine stagione: scelta giusta?
Alla fine, il summit che doveva decretare le linee guida sul futuro prossimo della Fiorentina si è risolto in un nulla di fatto. La decisione maturata nella ‘call conference’ avvenuta ieri tra proprietà e la dirigenza è questa: “Fino a fine campionato non verrà comunicata nessuna iniziativa o decisione”.
NIENTE FATTI. Una decisione curiosa, visto che è stata la stessa Fiorentina a voler comunicare in maniera informale l’avvento di questo incontro a distanza. Insomma, è legittimo decidere di rimandare a fine stagione le decisioni della stagione (se sia giusto o meno ne parleremo più tardi), ma perché creare attenzione su un incontro che si è risolto in una procrastinazione delle prese di posizione?
RUOLO DELLA PROPRIETÀ. Di certo, i Della Valle nelle ultime settimane hanno cercato di inviare segnali sul fatto che siano ancora interessati alla Fiorentina. Ci riferiamo alla visita di Diego alla squadra e alla presenza di Andrea in trasferta a Bergamo per la semifinale di Coppa Italia. Così come il filtraggio delle notizie sull’incontro di ieri.
Servirà a qualcosa? I tifosi si aspettavano dei fatti concreti, questi piccoli segnali non sono sufficienti. Questo poi mettendo in conto che la frattura tifo-proprietà sia in minima parte recuperabile, fatto tutt’altro che scontato. Ma la questione non si esaurisce all’accontentare i tifosi: la proprietà deve decidere in fretta se continuare con questa dirigenza oppure cambiare, ne va del bene della Fiorentina.
FUTURO DI CORVINO. L’esempio cardine riguarda il direttore generale gigliato: Pantaleo Corvino sarà confermato o no? In caso di permanenza, visto l’addio di Freitas, a Pantaleo verrà affiancata un’altra figura poco ingombrante oppure si opterà per un direttore sportivo con più potere (anche mediatico), togliendo il monopolio del mercato al dg pugliese?
La questione è urgente, perché ora che la stagione viola è virtualmente finita saranno molti i procuratori che andranno a bussare alle porte della società viola per chiedere cessioni, aumenti di stipendio oppure semplici garanzie sul futuro. Se ne occuperà Corvino? Ma se la società decidesse di fare a meno dell’attuale dg si rivelerebbero incontri inutili, in attesa di un nuovo responsabile dell’area tecnica. I dubbi sul dg pugliese permangono anche per le differenze di vedute con l’allenatore Vincenzo Montella, al momento unico punto fermo della Fiorentina del futuro.
NIENTE RITIRO. Nessuna decisione sul piano dirigenziale, nessuna decisione su quello sportivo. Il ritiro più volte paventato probabilmente non ci sarà. Questo nonostante la squadra abbia offerto una prestazione vergognosa col Sassuolo, prestazione culmine di mesi al continuo ribasso. Di certo un ritiro punitivo non avrebbe trasformato la Fiorentina attuale, ma sarebbe stato un segnale di scossa. Niente, si è deciso di rimandare tutto.
QUANTI ERRORI. E mentre il tempo scorre, i bilanci sull’operato della dirigenza viola si fanno sempre più severi. Dagli errori di comunicazione che da sempre contraddistinguono la Fiorentina dell’era Della Valle – ultimo il modo indecoroso con cui è stato forzato ad allontanarsi Pioli – agli errori sul piano sportivo, che hanno portato a tante scommesse perse (Gerson e Pjaca), giocatori pagati tanto ma dalla resa minima (Simeone e Hugo, Rasmussen promette bene…), fino a buoni giocatori in enorme involuzione durante questo 2019 (Veretout e Biraghi, ma la lista è lunga).
Ma la decisione non è stata presa. O almeno, così ci è stato detto. Si aspetta fine stagione per scoprire le carte, sebbene la stagione sia ampiamente finita e la Fiorentina avrebbe disperato bisogno di sapere da chi ripartire.
Di
Marco Zanini