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Si chiude senza punta e senza investire i soldi di Chiesa. Restano i punti interrogativi: Fiorentina più forte o no? Ora palla a Iachini

Viola non da Europa, Federico sostituito con Callejon e nessun investimento sull’attaccante dopo il no di Milik

Si chiude il primo, vero mercato della gestione Commisso. Pur con le difficoltà dovute al Covid che hanno coinvolto trasversalmente il calcio italiano e non solo. Si chiude con la cessione di Chiesa, sofferta e ritenuta inevitabile, e senza l’arrivo di giocatori che dalla cintola in su potessero far fare il salto di qualità. Niente punta importante, insomma, né un regista (ma si era capito da tempo), né un fantasista. L’Udinese è stata fino all’ultimo irremovibile su De Paul (40 milioni), il tentativo per Milik era concreto e importante ma il polacco, così come aveva fatto da tempo, ha rifiutato. E allora, ritrovandosi alle ultime ore di mercato a cedere il suo pezzo più pregiato, la Fiorentina alla fine è rimasta così.

DAVANTI SENZA CERTEZZE. Resta l’amaro in bocca. Tanti tifosi si aspettavano qualcosa di diverso, lo stanno ribadendo sui social e sul nostro sito. Vendere Chiesa ci può stare, viste le lunghe premesse. Ma alla fine quei soldi non sono stati reinvestiti per dare a Iachini un attaccante importante che pure sarebbe servito eccome. La riconferma c’è stata nelle prime tre partite di questa stagione. E l’affondo importante per Milik (oltre 20 milioni al Napoli, ingaggio ai livelli di Ribery al polacco), ma anche le voci delle ultime ore per Piatek, significano che qualcosa si poteva (e si doveva?) fare. La linea della società viola, quella ribadita qualche settimana fa, è rimasta quindi quella che prevede che i tre giovani davanti, Kouame, Vlahovic e Cutrone, possano comunque garantire nel complesso, alternandosi, una decina di gol a testa. Vedremo. Sicuramente è una bella scommessa, anzi sono tre belle scommesse. Nell’anno che dovrebbe consentire di lottare stabilmente per i posti da zona Europa (o subito sotto), si riparte comunque senza certezze davanti. E l’unico giocatore che era arrivato in doppia cifra l’anno scorso, Chiesa, è stato ceduto.

CALLEJON PER CHIESA. Non è certo tutto da buttare. Sicuramente l’ultima partita contro la Sampdoria, con la squadra che per molti motivi ha giocato ben al di sotto delle proprie possibilità, ha reso più pesanti le ultime ore di mercato. Callejon, ad esempio, è un ottimo giocatore che nell’immediato potrà dare un grande impulso alla corsia destra della Fiorentina. Magari non a tutta fascia come ha giocato Chiesa nelle ultime partite, ma sicuramente è un giocatore che nel suo ruolo è stato tra i migliori in Serie A negli ultimi anni, e anche nell’ultimo campionato il suo livello è rimasto elevato. Bonaventura, a centrocampo, dà qualità e inserimenti, Amrabat resta un giocatore in più rispetto all’anno scorso, a patto che venga inserito bene in un contesto di gioco e magari in un ruolo più consono.

QUARTA, ACQUISTO GIUSTO. Barreca, a sinistra, colma una lacuna numerica: senz’altro la coppia con Biraghi sarà migliore di quella formata da Dalbert e Terzic. Ma è in difesa che alla fine è arrivato l’unico investimento, con l’acquisto in extremis di Martinez Quarta. Tanti elogi in Sudamerica, è un Nazionale Argentino e arriverà per imparare da Pezzella. Sicuramente il reparto arretrato, con lui al posto di Ceccherini, si rinforza. Ma ci vorrà probabilmente tempo per considerarlo un titolare. Comunque un’operazione intelligente, anche di prospettiva, visto che i contratti di Milenkovic e Pezzella (le parole del suo procuratore non sono passate inosservate) restano in scadenza nel 2022.

NON ‘ALLE NOSTRE CONDIZIONI’. Un giocatore da scoprire, l’unico in fondo che intriga in questo finale di mercato. Dove Chiesa è stato ceduto ma non “alle nostre condizioni”, come sempre ripetuto da Commisso. L’impressione è semmai che le condizioni le abbia dettate la Juve, tra pagamenti dilazionati (addirittura in cinque anni complessivi, tra il biennio di prestito e i tre anni per pagare i 40 milioni futuri), obiettivi da raggiungere e la ‘beffa’ finale del rinnovo di contratto a 5 milioni… per farlo passare in bianconero. Dulcis in fundo, le visite mediche svolte a Firenze nella clinica in cui si appoggia sempre la Fiorentina. Dettagli che hanno reso l’addio di Federico, che pure era stato accolto quasi con rassegnazione da tanti tifosi, un po’ più aspro. Insieme, soprattutto, alla questione della fascia di capitano venerdì contro la Samp.

PIU’ FORTE O NO? Insomma, tra tre parametri zero acquistati, e i soldi della cessione di Chiesa reinvestiti solo in parte per Quarta, senza l’arrivo di un Milik davanti, restano gli interrogativi: è una Fiorentina più forte o no? Ovviamente sarà il campo a dirlo, ma l’impressione è che l’allenatore ci debba mettere parecchio del suo con una squadra che indubbiamente ha delle qualità, ma che alla fine riparte con molti interpreti che già lo scorso anno queste qualità hanno faticato a farle vedere. Senz’altro sulla carta non è una Fiorentina che può contendere a Napoli, Milan o Roma un posto per l’Europa. E anche il Sassuolo pare avere ai nastri di partenza una marcia in più. C’è più esperienza, anche più qualità per certi versi, ma i soliti dubbi sul reparto avanzato. E un Chiesa in meno. Di sicuro Amrabat darà qualcosa in più di Badelj, così come Bonaventura di Benassi, ma va trovata la chiave giusta.

LA MANO DI IACHINI. E la palla qui passa a Iachini. Perché dopo la partita contro la Samp è finito di nuovo sul banco degli imputati, dalla gestione di Chiesa al rendimento della squadra sul campo, fino al ruolo di Amrabat (assai limitato rispetto alle sue potenzialità). Di sicuro la sosta servirà per rimettere in chiaro le idee, non fosse altro per il fatto che Callejon difficilmente potrà garantire a destra lo stesso lavoro dell’ultimo Chiesa. Da quella parte, per di più, non si sono mossi Lirola e Venuti: facile immaginare quindi di poter vedere una Fiorentina tatticamente diversa il 18 ottobre contro lo Spezia. Magari con un tridente, magari con un 4-2-3-1 (ma Beppe rinuncerà alla difesa a tre?). Vedremo se Iachini, che comunque voleva un attaccante importante che poi non è arrivato, saprà trovare una quadra e tirar fuori il meglio dai suoi giocatori.

ESUBERI E MALUMORI. Restano, invece, a libro paga alcuni esuberi come Cristoforo, Eysseric e Saponara, quest’ultimo solo sfiorato dal Parma nelle ultime ore di mercato (era stato proposto ai viola anche Gervinho). La conferenza di Pradè (ci sarà anche Commisso?) potrà chiarire l’evoluzione di questo mercato complicato (per tutti), in cui ci si è ritrovati all’ultimo minuto a vendere Chiesa senza riuscire, in fondo, a migliorare il reparto offensivo. Quello che presentava più lacune, tanto che il Cutrone per cui la Fiorentina dovrà pagare 18 milioni resta spesso l’ultimo cambio dell’allenatore. Un mercato che, ad occhio, sta provocando anche qualche mugugno tra i tifosi. Sarà magari anche lo stesso Commisso, con la solita chiarezza, a parlare alla piazza sulla direzione della sua Fiorentina sul campo e su quanto sia soddisfatto della sua squadra. Senz’altro, i prossimi, saranno giorni in cui il presidente viola sarà impegnato, molto, sulle infrastrutture. Prevista per mercoledì la presentazione definitiva del centro sportivo di Bagno a Ripoli, mentre prima di ripartire per gli Stati Uniti Rocco è chiamato anche a dare impulso al progetto per il Franchi da presentare a Roma e, magari, a prendere proprio una decisione definitiva e ufficiale tra Nuovo Franchi e Campi Bisenzio.

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