Dopo la discesa in campo di Icomos nel denunciare il pesante impatto del restyling sull’opera originaria di Nervi parla il sottosegretario alla cultura
«Ho visto l’appello di Icomos, ne ero a conoscenza. Mi confronterò col ministro Sangiuliano. E chiamerò la soprintendente Ranaldi per pregarla di riprendere in mano la pratica del progetto Franchi. Parlerò anche col sindaco Nardella. Non voglio fare guerre. Certamente evitare l’abbattimento del capolavoro di Nervi è stata idea più intelligente di quella di Sala con San Siro a Milano. Ma il documento di Icomos contiene riflessioni che approvo e che credo possano portare i progettisti a fare delle revisioni entro i limiti del possibile». Sullo stadio scende in campo il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi. Scrive la Repubblica.
L’ok all’opera era arrivato dal Ministero dei beni culturali ai tempi di Franceschini, finora il successore Sangiuliano non si è espresso. Sgarbi invoca una trattativa sul progetto chiedendo un summit: «Ricordiamoci che se non troviamo una linea conciliante e di dialogo potremmo trovarci in difficoltà con la famiglia Nervi, con cui entrerò in contatto e delle cui preoccupazioni mi ha informato Gianni Letta. Hanno dalla loro l’arma del diritto d’autore sulla struttura, potrebbero trascinarci in una causa. Sono convinto che il progetto possa essere migliorato secondo le suggestioni dell’Icomos. Vediamo se c’è spazio per un’interlocuzione» avverte il sottosegretario. E un’altra ebbrezza nell’operazione Franchi è servita.
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Redazione LaViola.it