Parte oggi il Montella bis. E la ripartenza dovrà essere all’insegna della tabula rasa. Il tecnico si gioca la carriera, o riparte o sprofonda. Come la Fiorentina
Mettersi tutto alle spalle. Questo deve fare Montella, lo deve fare la tifoseria, la squadra, e la società stessa. Le minestre riscaldate non piacciono a tutti. Il rischio, infatti, che al primo passo falso o errore vengano ritirati fuori vecchi dissapori e questioni c’è sempre in questi casi.
Dovrà farlo la tifoseria. Che non digerì benissimo quelle sue parole dopo l’eliminazione dal Siviglia, e che spesso aveva criticato l’eccessivo tikitaka di quella Fiorentina così come l’eccessivo turnover che a volte era costato punti pesanti con squadre quasi già retrocesse. Dovrà farlo lo spogliatoio in cui l’aeroplanino entrerà tra poco che era legatissimo a Stefano Pioli, e non sarà facile per lo stesso tecnico toccare le corde giuste per farsi seguire in questo finale di stagione. Dovrà farlo la stampa, senza tornare su antichi diverbi. Dovrà farlo Montella stesso, che a Firenze sa di giocarsi tutto. Dovrà farlo la società, che dovrà difenderlo e legittimarlo dinanzi ai calciatori e dimostrare di aver capito qualcosa dai propri errori. La brutta figura fatta nell’epilogo di Pioli resta, come i burrascosi addii con i vari allenatori che si sono succeduti sulla panchina viola nell’era Della Valle.
O riparte, o sprofonda del tutto, l’aeroplanino. Perché se aveva lasciato Firenze in ascesa, dopo tre quarti posti esaltanti con una Champions sfiorata al primo anno, una semifinale di Europa League, una semifinale ed una finale di Coppa Italia, tutte andate male purtroppo, da quell’addio alla Fiorentina ad oggi ha inanellato solo brutte esperienze. Fallimentare al Siviglia, malissimo al Milan, e male anche alla Sampdoria. Adesso la nuova occasione di ripartenza. O fa bene, e risale la china, o sprofonda.
Forse, per lui, miglior piazza di quella viola non poteva esserci. Stesso discorso a parti invertite. Con delle differenze sostanziali rispetto a quando iniziò il primo ciclo Montella: quella Fiorentina che nacque con l’arrivo di Montella fu costruita su misura per le sue idee di calcio. Allora c’erano Pradè e Macia a fare mercato, e la voglia di Andrea Della Valle di rilanciare per crescere era fortissima. Adesso Montella avrà a che fare con un centrocampo non certo fatto di palleggiatori, a differenza di quelle sue fiorentine, con una rosa costruita su un’idea di calcio completamente diversa, e costruita in nome di autofinanziamento e risparmio. E Montella, nonostante le recenti esperienze ai limiti del disastroso, è comunque un tecnico ambizioso.
Il primo capitolo del Montella bis sarà scritto oggi. Il resto è ancora tutto da scrivere. Con la necessità, tuttavia, di ripartire facendo tabula rasa. Montella e la Fiorentina si giocano il futuro. O, entrambe, tornano a crescere e risalire, oppure per entrambi ci sarà il burrone.

Di
Gianluca Bigiotti