La Fiorentina arriva da una settimana complicata, piena di polemiche e voci fastidiose per l’ambiente. Stasera i viola cercano la vendetta sui sardi
Non sono state giornate facili per la Fiorentina. Stranamente, di questi tempi, l’unica nota lieta degli ultimi 7 giorni arriva dal campo, con i tre punti conquistati a Parma che hanno avuto la funzione della boccata d’ossigeno per i viola. Per il resto, praticamente si è visto di tutto.
RICAPITOLIAMO. Dall’indiscrezione del New York Times sui presunti accordi con Ramadani (QUI la nostra versione) fino alle soffiate su De Rossi come futuro allenatore gigliato. Due bombe che hanno messo a dura prova la serenità dell’ambiente gigliato. Come se non bastasse, dopo la vittoria di Parma è arrivata la notizia dell‘addio di Alia Guagni alla Fiorentina Women’s, addio che si aggiunge a quello di tante compagne prestigiose che portarono allo Scudetto del 2017. Forse l’unica vera bandiera su cui potevano contare i viola se ne va all’Atletico Madrid, in un calcio dove anche le donne sono professioniste.
PAURA FRANCK. Infine, il furto in casa Ribery, la dura reazione del francese che allude a un addio a Firenze e la conseguente spaccatura della piazza, tra chi comprende la rabbia a caldo dell’ex Bayern e chi lo accusa per aver sporcato il nome di Firenze. Polemica, quest’ultima, vibrante ma avara di contenuti, che ad oggi non merita alcun commento né schieramento, visto che stiamo parlando dello sfogo a caldo di un giocatore che non è nato a Firenze e che ha appena iniziato a conoscere la fiorentinità. A prescindere da come la si pensi, è chiaro che Ribery dovrà rivedere le sue posizioni a mente fredda. Se alla fine decidesse davvero di andarsene, la Fiorentina perderebbe uno straordinario giocatore, anche se al tramonto della carriera.
ANCORA NULLA È DECISO. Insomma, mica una settimana da poco. In mezzo a tutte queste vicende si chiede ancora una volta a Iachini di tenere ‘sul pezzo’ il gruppo, perché la salvezza è ancora da conquistare. Nove punti con 8 partite da giocare fino a ieri sembravano tanti, ma la vittoria del Lecce ai danni della Lazio rimette subito le cose sul livello di guardia. I viola ora sono a +7 dalla zona retrocessione, attualmente occupata dal Genoa. Un tesoretto di punti da non sottovalutare, certo, ma la Fiorentina vista dopo la sosta (e in generale in tutta la stagione) è una squadra che offre davvero poche certezze. Ecco perché il livello di guardia deve rimanere alto, contro un Cagliari che all’andata schiantò i viola con un 2-5 terribile da digerire e che ebbe ripercussioni anche nelle settimane successive, aprendo una serie di quattro sconfitte consecutive.
QUI CAGLIARI. Sarà la partita dell’ex avvelenato Simeone, apparso in grande condizione psicofisica al rientro dal lockdown. Quello delle ultime settimane pare essere un lontano parente dalla versione del Cholito vista nella sua seconda e ultima stagione a Firenze, quella dei soli 6 gol in 36 presenze in Serie A. Non solo Simeone: a Firenze arriverà l’obiettivo di mercato dell’estate scorsa (e chissà, magari anche della prossima) Nainggolan, così come il fiesolano Cragno. Tanti spunti, in generale un organico equilibrato e temibile. La squadra di Zenga durante l’ultima sconfitta contro l’Atalanta ha dimostrato di stare bene e di aver superato la crisi che la affliggeva, perciò stasera sarà tutt’altro che una passeggiata.
DISASTRO AL FRANCHI. Il vantaggio teorico? Ormai i rossoblu hanno davvero poco da chiedere alla classifica. Ormai salvi a quota 39 punti, sembra difficile per i sardi agganciare la zona Europa League che dista almeno 9 punti. Di contro, incredibile a dirsi, lo svantaggio è dato dal fattore campo. La Fiorentina nel 2020 ha vinto in casa solo una volta in Serie A, contro la Spal il 12 gennaio. In tutto il 2019-2020, tra le mura amiche del Franchi sono arrivate appena tre vittorie, sei pareggi e ben sei sconfitte. Un ruolino di marcia terrificante, da invertire al più presto.
LA FORMAZIONE. Infine, i viola dovranno fare a meno di capitan Pezzella, il più brillante tra i difensori gigliati dal rientro post lockdown. Con tutta probabilità sarà Ceccherini (più di Igor) a sostituirlo, affiancato da Caceres e Milenkovic. Tra i pali dovrebbe tornare Dragowski e a centrocampo tornerà Castrovilli, affiancato da Duncan e Pulgar. Sulle fasce Venuti e Lirola si giocano il posto da laterale destro del 3-5-2, mentre a sinistra dovrebbe essere confermato Dalbert. In attacco, per la prima volta dalla ripartenza, non ci sarà Franck Ribery, almeno dall’inizio. Spazio a Chiesa e Vlahovic. A loro il compito di sovvertire una sterilità offensiva divenuta ormai cronica, con Cutrone e soprattutto il francese pronti a cambiare la partita nella seconda frazione.
Continuità. Una parola sconosciuta a questa Fiorentina, che ha terribilmente stentato a inanellare una serie di risultati positivi. Oggi Pulgar e compagni sono chiamati a proseguire il trend iniziato al Tardini, a sfatare il pessimo score casalingo, a vendicare il 2-5 dell’andata. Soprattutto, la Fiorentina è ancora una volta chiamata a togliersi al più presto da qualsivoglia discorso che riguardi la lotta retrocessione. Non servono più il bel gioco o l’atteggiamento da big del campionato. Servono punti.

Di
Marco Zanini