Mercato di gennaio: sfide, priorità e possibili obiettivi per rinforzare la squadra viola
Una vera seccatura questa tendenza innata di noi esseri umani a ricordarci solo le ultimissime emozioni vissute. Tutti ad agosto avrebbero firmato per vedere la Fiorentina arrivare a Natale con 31 punti in 16 partite, ma i viola arrivano da due sconfitte consecutive in campionato e questo (comprensibilmente) basta a guastare l’umore dei tifosi nelle feste.
I segnali che manda il gruppo di Palladino sono quelli di una squadra in calo, meno brillante di quanto fosse un mese fa. Qualche campanello d’allarme si era già avvertito nelle ultime vittorie dello straordinario filotto in campionato, ora sono arrivati anche i risultati negativi. D’altra parte, nel suo momento migliore la Fiorentina è stata costretta a vivere un mese davvero difficile, tra il malore di Bove e il lutto in famiglia del proprio allenatore.
Come di consueto quando arrivano le prime difficoltà, ora è partita la corsa per individuare i correttivi. Il cambio di modulo, di alcuni giocatori che stanno faticando, gli arrivi dal mercato di gennaio visti come una manna dal cielo che rimetteranno tutto a posto. Ecco, non è proprio così. Ma per fortuna, la Fiorentina non è messa così male come può sembrare dagli ultimi risultati negativi.
LE INSIDIE DEL MERCATO DI GENNAIO. Il mercato, si diceva. Sicuramente la Fiorentina deve intervenire. L’assenza di Bove pesa molto, visto che era davvero un giocatore imprescindibile per Palladino per il suo cruciale ruolo da equilibratore della squadra. In campionato, a parte la prima presenza da subentrato, le aveva giocate tutte da titolare, non solo nella celeberrima posizione di esterno sinistro atipico ma anche da mediano classico. Oltre al sostituto dell’ex Roma, i viola cercano un vice Kean che possa garantire qualche gol mentre il classe 2000 rifiata ogni tanto. Infine, ci sarà da sostituire i vari giocatori in uscita.
Tuttavia, bisogna ricordarsi che sessione di mercato è quella di gennaio. Un mercato molto difficile, in cui le squadre non hanno alcuna intenzione di privarsi dei propri migliori giocatori – tranne la Fiorentina con Vlahovic, ma questa è un’altra storia -. Gli acquisti, perciò, vanno pescati nelle occasioni. Tutt’altro che semplice. Ovviamente, con ciò non si vogliono giustificare gli errori commessi dalla società l’anno scorso, quando Italiano chiedeva a gran voce un esterno in più e invece si ritrovò a febbraio con un giocatore in meno in quel ruolo (Brekalo). Siamo certi che la Fiorentina non ripeterà questi sbagli, ma non sarà una passeggiata trovare sul mercato giocatori funzionali e di valore. Soprattutto, questi giocatori (sostituto di Bove su tutti) servirebbero in tempi brevi, ma non è affatto scontato che ciò accada. Ce lo dice la storia delle sessioni invernali.
LE ULTIME SCONFITTE. Per fortuna, si diceva, la Fiorentina ha bisogno di correttivi ma non è messa così male. Comprendiamo che dirlo dopo due ko consecutivi in campionato e un pareggio bruttino a Guimaraes non sia semplice, ma bisogna vedere come sono arrivati questi risultati. Lasciando da parte la Conference, dove spesso giocano le riserve che – Palladino ci perdoni – non sono al livello dei titolari, a Bologna la Fiorentina ha affrontato una delle squadre più in forma del campionato giocando un buon primo tempo. Le occasioni le ha avute, non è riuscita a sfruttarle. Nella ripresa Italiano ha cambiato qualcosa tatticamente (la mossa Ferguson) e ha vinto la partita meritatamente, con la Fiorentina incapace di reagire. In panchina, però, non c’era Palladino, assente per lutto. La notizia era arrivata la mattina stessa. Anche questa, quindi, non era una partita ‘normale’ per i viola.
Anche con l’Udinese l’approccio è stato positivo, con il gol di Kean su rigore arrivato dopo 8 minuti. I viola hanno poi gestito la partita, creando anche qualche chiara occasione non convertita in gol. In molti si sono lamentati di questo atteggiamento troppo attendista della squadra di Palladino. Tuttavia, questo è sempre stato il modo di giocare della Fiorentina 24-25, che ha sempre aspettato gli avversari per poi approfittare di ogni minima sbavatura. Cosa è cambiato rispetto alle tante vittorie stagionali? Gli episodi, in primis. Che non sono girati a favore. L’errore di Ranieri, ha ridato vita all’Udinese mentre la Fiorentina sembrava in gestione. I viola hanno anche avuto alcune occasioni nitide per rimettere in piedi la partita, senza riuscire a concretizzarle. A volte anche per troppo egoismo o per troppa sufficienza. Da qui il monito del ds Pradè: questa squadra deve rimanere umile per continuare a sognare in grande.
IDENTITÀ CHIARA. Tuttavia, i segnali che lancia la Fiorentina nelle ultime due sconfitte non sono quelli di una squadra alla deriva. Non sono minimamente preoccupanti come quelli che lasciava intravedere questo stesso gruppo nelle prime partite stagionali, prima della svolta con la Lazio. Quando lo stesso Palladino ammetteva che fosse una squadra “senza identità”.
Oggi l’identità è chiara. Il gioco non è mai stato scintillante e non si può pretendere che lo diventi ora. Vediamo una squadra un po’ scarica mentalmente, in primis. E su questo soprattutto deve lavorare Palladino. Inoltre, deve pretendere il massimo dalle proprie stelle. Kean ha trascinato questo gruppo a suon di gol, ultimamente è meno brillante sotto porta. Da Gudmundsson ci aspettiamo di più, ora che l’infortunio è alle spalle.
È bene però ricordare il dato con cui abbiamo aperto questo articolo: la Fiorentina ha totalizzato 31 punti in 16 partite. Le altre squadre vicine in classifica ai viola, tranne il Bologna, sono tutte più attrezzate. L’impressione che la Fiorentina stesse facendo più di quanto fosse il suo reale valore la hanno avuta in tanti, quando arrivavano solo vittorie. Gli episodi non sempre girano a favore. Non sempre Gosens risolve una partita bloccata, non sempre De Gea compie un miracolo straordinario che salva il risultato.
Ciò non toglie che questa squadra possiede dei valori importanti. Non per lottare per lo Scudetto, ma certamente per sgomitare per un posto in Europa. La Fiorentina deve ripartire dopo due sberle, ma non è una squadra alla deriva. Ora all’orizzonte c’è La partita. Quella contro la Juventus, appiata in classifica. Sfida carica a prescindere, che guadagna ulteriore importanza per gli ex giocatori che militano nelle due compagini. Vlahovic e Nico da una parte, Kean dall’altra. I viola partono leggermente sfavoriti, ma il pronostico è apertissimo. Diamo ancora fiducia a questa squadra, perché se l’è meritata.
Di
Marco Zanini