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Serie A verso la ripartenza: ma sempre più giocatori hanno paura di tornare a giocare

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La posizione “scomoda” dei giocatori. Da una parta la Lega Calcio spinge per tornare a giocare ma molti calciatori manifestano dubbi sulla ripartenza

Vogliamo tornare a giocare“. E’ sempre state questa la posizione ufficiale dell’Assocalciatori, una posizione quasi obbligata alla luce del ruolo ricoperto. La realtà, però, racconta un’altra cosa. Ovvero, che sempre più giocatori stanno manifestando il timore di tornare in campo. Del resto, il coronavirus non è stato debellato. Al di là della tendenza al ribasso della curva dei contagi, il pericolo è sempre lì, presente. Non a caso tra i più allarmati ci sono gli elementi delle squadre del nord, ovvero la zona più colpita, e quelli che si sono già ritrovati con un compagno contagiato.

Ed è chiaro che il nuovo positivo tra i giocatori del Torino non farà altro che aumentare ansia e preoccupazioni. Negli ultimi giorni, Tommasi è stato a lungo al telefono con i rappresentanti delle squadre ed è perfettamente consapevole della situazione. E non può essere casuale che queste paure siano trapelate proprio adesso, ovvero quando c’è stato il via libera agli allenamenti individuali nei centri sportivi dei club. E’ il primo passo verso il ritorno alla normalità. Ma una normalità che tanti calciatori ritengono complicata da raggiungere.

Ad ogni modo, non si tratta di timori generici, ma molto specifici. I calciatori si sono informati per cercare di capire cosa li attende ed ecco che sono emersi tutti i dubbi. A cominciare dal fatto che, per alzare al massimo il livello di sicurezza, l’unica soluzione sembra essere quella di un ritiro prolungato. Ma dopo aver già affrontato due mesi di isolamento, chi è disposto ad andare incontro ad un’altra clausura altrettanto lunga? Con l’incognita pesante degli spostamenti.

Uno dei punti più delicati di un obbligatorio protocollo per le partite, che ancora deve essere stilato. E poi tutti quei tamponi ripetuti a distanza di pochi giorni? Nemmeno questo è un aspetto da prendere così alla leggera. Senza contare le conseguenze a cui andrebbe incontro un nuovo positivo. Dybala giusto ieri è tornato negativo, ma ci sono voluti quaranta giorni.

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