Le milanesi potrebbero giocare al Franchi, ok dei rossoneri mentre i nerazzurri sarebbero più scettici. In Toscana anche Juve, Torino e le genovesi
Un tema di grande importanza per la ripresa del campionato è quello della logistica. Perché se è ormai assodato che i “gruppi squadra” (i giocatori, gli staff tecnici, medici e organizzativi: una settantina di persone) dovranno stare isolati fino al termine della stagione, non è affatto certo che tutti i club possano giocare (sempre a porte chiuse, ovviamente) nel proprio stadio. Non a caso venerdì Walter Ricciardi ha spiegato che: «Differenziare le aree per livello di rischio è giusto, stiamo proponendo di giocare al Centro-Sud». E se lo afferma il virologo che, oltre a tutto il resto, fa pure parte della commissione Figc, evidentemente è molto più di una semplice proposta o di un consiglio. Anche perché, ha continuato: «Maggio è ancora un mese a rischio, specialmente in alcune regioni, sarà ancora un mese interlocutorio. Ciò che suggeriremo è di avere provvedimenti diversi a seconda delle aree geografiche». Così scrive Tuttosport.
A FIRENZE. Difficile che si possa giocare al Nord anche se gli stadi non avranno tifosi: potrebbe essere molto rischioso fare arrivare le squadre dalle zone del centro Sud, senza dimenticare che si correrebbe il rischio di incorrere nel diniego da parte dei Prefetti di città particolarmente colpite come Bergamo, Brescia o Milano. La Figc sta elaborando un progetto per utilizzare gli stadi del Centro-Sud riducendo al minimo i problemi logistici. Che non si tratti solo di un’idea astratto, peraltro, lo conferma il fatto che alcuni club sono già stati contattati per capire la loro disponibilità al campo neutro. Così, se l’Atalanta non ha problemi a recarsi al Mapei Stadium di Reggio Emilia, dove peraltro ha già giocato anche in Coppa per il lavori al proprio stadio, e se il Milan non avrebbe problema a percorrere le tre ore di treno che lo sperano da Firenze, l’Inter non vede di buon occhio l’ipotesi di lasciare la Pinetina per mettersi in viaggio ogni due giorni: difficile allenarsi e rischio alto di contagio. Anche se, è ovvio, anche i viaggi avverranno nel massimo della sicurezza a bordo di pullman, treni e aerei sanificati.
IL NO DI CELLINO. Nulla, però, che possa convincere Massimo Cellino: «Mi ha chiamato De Siervo e mi ha chiesto se ero disposto a giocare in campo neutro. Gli ho risposto che io non sono disposto a giocare da nessuna parte, il campionato deve finire qui, non può certo superare il 30 giugno. Sento parlare anche di settembre, ottobre. Una follia. Se non gioco mi danno la sconfitta a tavolino? Pazienza».
Lo scenario, Cellino a parte, prevede che le milanesi gravitino nella zona di Firenze raggiungibile con i treni ad Alta velocità. I club liguri, nel caso in cui la situazione di Genova non fornissero garanzie, farebbero riferimento alla vicina Toscana (con Firenze ci sarebbero anche Siena e Livorno) così come Juventus e Torino. Un altro polo importante potrà essere quello emiliano, sempre che i contagi in Emilia scendano e, comunque, Ferrara ha resistito bene. Infine intorno a Roma ci sono città facilmente raggiungibili dall’aeroporto di Fiumicino e stadi di tutto rispetto, almeno fino a quando la B non avrà iniziato (ma la inizierà?) la propria attività. E, soprattutto, da Tivoli che dovrebbe ospitare il ritiro degli arbitri.
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Redazione LaViola.it