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Rassegna Stampa

Serie A decisa a dare battaglia alla Figc per l’indice di liquidità

Alla Figc sarà chiesto di intervenire su tempi e modalità. L’alternativa saranno i ricorsi

Un ultimo tentativo affidato alla diplomazia, ma se dovesse andare male la serie A è già decisa a dare battaglia alla Figc per l’indice di liquidità. Oggi, in Consiglio Federale, la delegazione della massima categoria, Casini più Marotta e Lotito, proverà nuovamente a chiedere di correggere le modalità e/o i tempi di applicazione del nuovo parametro. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

Ma se, come appare scontato, si troveranno di fronte un muro, i club sono pronti a trasferire la contesa su altri piani. Già, ma quali iniziative verranno adottate? Una decisione definitiva in questo senso ancora non è stata presa. L’Assemblea di ieri, convocata d’urgenza proprio in vista dell’appuntamento di oggi, ha scelto la linea da tenere, ovvero di ferma opposizione rispetto alla delibera federale che ha imposto a 0,5 come quota minima vincolante per la liquidità. E pure l’applicazione del parametro già per l’iscrizione al prossimo campionato.

La serie A ritiene, da un lato, che il valore sia troppo stringente (volevano che fosse fissato a 0,4) e, dall’altro, che i tempi siano troppo ravvicinati per renderlo subito operativo.

Inoltre, davanti all’obiezione che, in Consiglio Federale, l’approvazione è avvenuta a larga maggioranza (gli unici voti contrari sono stati appunto quelli di Casini, Marotta e Lotito) viene ribattuto che, trattandosi di una norma che la riguarda direttamente, non è giusto subire le scelte di altre Leghe.

MURO CONTRO MURO

Ad ogni modo, l’idea di base è quella di avanzare uno o più ricorsi. Non è chiaro, però, se l’iniziativa debba prenderla la Lega o singoli club e, soprattutto, a quale organo rivolgersi. In Federcalcio, infatti, sono convinti che i termini per appellarsi al Consiglio di garanzie del Coni siano scaduti.

In ogni caso, come già sottolineato, da via Allegri non arrivano margini di apertura, anzi. Sui tempi di applicazione, ad esempio, viene ricordato come il tema sia stato oggetto di dibattimento sin dallo scorso dicembre, che i tempi si sono dilatati perché nel frattempo ci sono state le dimissioni di Dal Pino e quindi l’elezione di Casini, che poi ha chiesto un mese di tempo per avanzare le proprie proposte.

Senza contare che l’approvazione delle licenze nazionali avviene sempre a primavera. Respinta al mittente anche la contestazione che le stesse proposte della serie A siano rimaste inascoltate. Viene fatto notare piuttosto che, per venire incontro alle esigenze dei club, è stato concesso di conteggiare per l’indice di liquidità pure i pre-contratti sottoscritti prima del 22 gennaio.

E, infine, viene pure sollevato il dubbio che la serie A non sia così compatta come viene comunicato, alla luce delle telefonate di alcune società che inviterebbero Gravina a mantenere la rotta dell’intransigenza.

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