SCENARI. Nessun club metterà in vendita i 1000 biglietti per le partite di oggi (bisognerebbe attrezzare in tempi record anche il complesso apparato della sicurezza…), quasi tutti doneranno i tagliandi a sponsor e amici. I presidenti continuano a chiedersi perché si è arrivati a dama proprio durante il weekend in cui ricomincia il campionato (e non prima, dato che la riunione del Cts c’è stata martedì), creando problemi non risolvibili in 24 ore. Finché non scadrà l’attuale dpcm (7 ottobre) questo è lo scenario, con Serie B e Serie C che dovrebbero ricevere l’ok nei prossimi giorni. Il presidente della Figc, Gravina, ha comunque lanciato l’allarme: «L’apertura degli stadi è una bella notizia, ma il fatto che il via libera sia arrivato solo per la Serie A mi lascia perplesso. I protocolli di sicurezza sono i medesimi in tutte e tre le serie professionistiche, quindi ci deve essere lo stesso trattamento». E la Lega di B, che definito la decisione adottata “irrazionale” in un comunicato ha auspicato che «ci possa essere al più presto da parte del governo una decisione uniforme, i protocolli di sicurezza sono i medesimi per tutti campionati professionistici e la B ha un valore sociale ed economico fondamentale».
OTTOBRE. Il nuovo decreto del premier, dal giorno 8, toglierà i lucchetti da tutti gli impianti consentendo alle società di ripopolarli al 30% della loro capienza. «Per non fare disparità tra le squadre, ho chiesto che questa decisione venisse estesa a tutto il territorio nazionale» ha confermato il ministro Spadafora in serata. Ai vertici del pallone non era piaciuto il tira e molla di venerdì, quando il titolare del dicastero aveva dato l’ok ai mille spettatori «per tutte le competizioni all’aperto» prima di compiere un passo indietro e concedere la deroga solamente agli Internazionali di tennis sotto la pressione dal Comitato tecnico scientifico. Le regioni hanno rotto il fronte, aprendo la battaglia politica (Lombardia e Veneto sono governate dalla Lega) che ha costretto l’Esecutivo a convocare d’urgenza una conferenza stato-regioni (decisiva per la svolta) alla presenza dei ministri Spadafora, Boccia e Speranza.
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Redazione LaViola.it