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Serie A a stelle e strisce: con il Venezia sono 8 le proprietà americane

Commisso

Si arricchisce la colonia dei proprietari americani in Serie A. L’ultimo arrivato è il Venezia, neopromosso nel massimo campionato italiano

Il sogno americano sta prendendo sempre più possesso del calcio italiano. La nostra Serie A è stata ormai letteralmente invasa e colonizzata dalle proprietà a stelle e strisce. Da oltre Oceano in parecchi hanno deciso di puntare sull’Italia come meta per investire nel mondo del pallone. Scrive Tuttosport.

Ben otto società sulle venti che parteciperanno al campionato 2024/25 fanno capo, infatti, a imprenditori o fondi statunitensi. Parliamo del 40%: una percentuale incredibile e che potrebbe ulteriormente lievitare nei prossimi mesi. Non va, in effetti, dimenticato che altre compagini della massima serie sono state oggetto di interessamenti e corteggiamenti da parte di investitori americani. Insomma, la nostra Serie A rischia di diventare sempre più Made in Usa, visto che pure il Verona nei mesi scorsi era stato molto vicino a passare sotto il controllo di un fondo americano.

Stessa cosa il Monza, che era stato approcciato pure da possibili acquirenti arabi prima della fumata nera col fondo italiano Orienta Partners. Ora sul club brianzolo di proprietà della famiglia Berlusconi ci sarebbero delle mire statunitensi: vedremo se sfoceranno in qualcosa di concreto o rimaranno nell’alveo dei sondaggi. Intanto per la prima volta la Serie A, che scatterà sabato 19 agosto, vedrà ai nastri di partenza ben 10 squadre su 20, ovvero la metà, di proprietà straniera.

Alle 8 formazioni americane bisogna aggiungere il Bologna canadese (sono ormai 10 anni che appartiene a Joey Saputo, che quest’anno ha centrato la storica qualificazione alla Champions come promesso al suo insediamento) e il neo-promosso Como indonesiano. Quella lariana è la proprietà più ricca del calcio italiano. Merito dei fratelli Hartono, il cui sbarco sul Lago ha permesso ai tifosi biancoblù di coltivare sogni di gloria. D’altronde i mezzi economici ci sono tutti.

La politica è quella del fare un passo alla volta, anche se i progetti per il Como sono decisamente ambiziosi e prevedono lo sbarco in Europa nel giro di 2-3 anni. A proposito di società salite dalla B che non intendono recitare il ruolo di comparsa: occhio al Parma a stelle e strisce di Krause, che in 4 anni ha speso 200 milioni per il club. Anche in casa emiliana le potenzialità per ben figurare pure al piano di sopra non mancano. A completare il trio delle neopromosse il Venezia americano di Niederauer, che in queste ultime stagioni ha sempre saputo pescare giovani interessati grazie all’utilizzo della tecnologia e degli algoritmi.

E gli italiani? I Pozzo festeggeranno 30 anni consecutivi in Serie A e veleggiano verso i 40 al timone dell’Udinese (da festeggiare nel 2026). Tra le big storiche solo la Juventus parla italiano grazie alla dinastia degli Agnelli; mentre Napoli e Lazio hanno trovato continuità ad alti livelli negli ultimi 3 lustri grazie all’avvento di Aurelio De Laurentiis e Claudio Lotito. Per entrambi i risultati parlano chiaro e in loro favore, al netto della rapporto di amore-odio con le rispettive tifoserie.

C’è poi un ibrido che sta scrivendo la storia: l’Atalanta italo-americana del duo Pagliuca-Percassi. L’imprenditore newyorkese ha permesso con le sue risorse di alzare il livello della Dea, la cui gestione quotidiana però rimane prettamente italiana grazie al lavoro della famiglia Percassi. Un connubio che ha saputo rendere grande la squadra bergamasca passata da provinciale a regina internazionale con la vittoria dell’Europa League.

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