“Senza stadio la Fiorentina vivacchierà”. Evviva la chiarezza. Interpreti diversi, concetti simili. Ma non uguali. A differenza dei Della Valle con Commisso qualcosa è destinato a muoversi
Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi sulla centralità delle infrastrutture nei piani di Rocco Commisso, le ultime parole del patron viola in conferenza stampa li spazzano via tutti. E con forza. “Senza stadio la Fiorentina è destinata a vivacchiare”, parole e concetti simili, già sentiti nel recente passato, ma con interpreti diversi. “Noi non siamo venuti qui per vivacchiare”, disse Diego Della Valle nel lontano 2008. L’occasione era la stessa, ovvero la presentazione di un nuovo stadio. Questo di Commisso, di oggi, solo uno studio costi, benefici e ricavi, così come la ‘nuvola’ di DDV era solo un plastico e non un progetto vero e proprio che sarebbe arrivato quasi dieci anni più tardi per l’area Mercafir. Comune denominatore? L’assoluta necessità per un club come la Fiorentina che fattura meno di 100 milioni di euro di dotarsi di un impianto di proprietà. Solo così potrebbero aumentare i fatturati, e permettere a chi che sia il proprietario della Fiorentina di investire più di quanto non si possa fare per competere con chi quelli investimenti li può (e li fa già) fare.
VIVA LA CHIAREZZA. Il tasto è dolente. Se nelle ultime ore era emerso il tema della sicurezza, con l’ormai famoso ‘calcinaccio’ mostrato in diretta tv da Commisso e con le ultime parole del sindaco di Firenze Dario Nardella sulla pericolosità del Franchi (dopo i risultati di uno studio consegnato proprio ieri), l’attenzione del presidente della Fiorentina si è ri-spostata sul tema economico. Per anni era stata chiesta chiarezza alla precedente proprietà, negli obiettivi e nei programmi. E con le parole di oggi di Commisso, su questo aspetto, non ci si può certo lamentare. Serve lo stadio. Senza di questo la Fiorentina resterà sui livelli attuali. Che sono già diversi dall’autofinanziamento completo degli ultimi anni di Della Valle, ma a quei livelli potrebbe presto tornarci la Fiorentina.
SIMILI, MA DIVERSI. Parole uguali, concetti simili, ma anche molto differenti. Perché gli interpreti e le condizioni, adesso, sono del tutto mutate. Se i Della Valle hanno avuto la pazienza di attendere per anni che le istituzioni muovessero qualcosa, salvo poi tirarsi indietro sul fronte Mercafir, cercando investitori che dessero un contributo, Commisso quella pazienza non la ha. E i soldi, invece, li metterebbe lui, e subito. E a differenza di quanto accaduto con i Della Valle Commisso ha già pronto un piano B. E forse anche un piano C. E ci sta lavorando parallelamente, senza attendere inghippi o buoni esiti dalle altre vie. Un altro aspetto di differenza sta nel rapporto Commisso-tifoseria. Molti vedevano con scetticismo le intenzioni dei Della Valle. Il rapporto tra le parti era ormai prossimo a naufragare. Oggi, invece, Commisso gode di ampissimo credito tra i sostenitori gigliati. E non è un caso se Commisso, in meno di un anno, ha già svelato piani, inghippi e intoppi della burocrazia a svariati livelli, portando la politica a promuovere ed approvare un emendamento sblocca stadi in poche settimane.
APPOGGI. Dal primo giorno in cui ha messo piede nel calcio italiano Commisso ha trovato l’appoggio delle istituzioni sul tema infrastrutture. Dal Pino, Gravina, Malagò, tutti si sono spesi in suo favore su questi argomenti. E la politica, adesso, è spalle al muro. “Entusiasmo? Il rischio che mi passi c’è”, come a dire: chi mi farà passare la voglia di investire dovrà prendersi la responsabilità di spiegarlo ai tifosi della Fiorentina. Ma non solo. Perché lo studio presentato oggi da Commisso con la Deloitte, ha evidenziato anche l’impatto economico che un nuovo stadio Franchi avrebbe su tutta l’area di Campo di Marte. Anche e soprattutto a livello economico. E spiegare perché si rinunci alla cascata di soldi che tale impatto avrebbe con vincoli superati o quantomeno non al passo con le esigenze della società moderna, non sarebbe compito facile per chi col consenso della gente ci deve vivere.
PALLA A ROMA. Adesso la palla passerà a Roma. Entro due mesi la Fiorentina presenterà il suo progetto preliminare sul quale punta ad avere il via-libera nei successivi 90 giorni dal Ministero per i Beni Culturali. Per tutto quanto detto sopra, la sensazione è che qualcosa sia destinato a succedere, a differenza del recente passato. Con qualche cavillo che è stato superato e/o eliminato, ma con nuovi ostacoli, purtroppo, pronti ad emergere nel cammino di Commisso e della Fiorentina. Ma dopo decenni di dibattiti, progetti e idee, e nonostante le enormi difficoltà, mai come adesso siamo vicini ad una svolta. Quale essa sia è ancora nelle penne degli architetti di Commisso. Le opzioni sono due: Campi o nuovo Franchi. La via non è ancora del tutto tracciata. Ma neanche, più, destinata a rimanere solo un’idea o un rendering campato in aria.
Di
Gianluca Bigiotti