Rassegna Stampa

Senza gerarchie e senza mercato: pesano gli errori dal dischetto. Ma anche la società…

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Ikoné sbaglia e fa da parafulmine, ma gli errori sono di tanti. Italiano deve imporre una gerarchia, ma serve anche una mano dal mercato

Una serata triste come l’immagine dall’alto dello stadio deserto e come il rigore di Ikoné. Se doveva essere la notte per dimostrare di aver capito la lezione dello scorso anno, non lo è stata. Se doveva essere l’occasione per la rivincita, neppure. La Fiorentina, contro un Napoli in versione Mazzarri Anni 80, con 5 difensori davanti alla porta, è sbattuta contro i suoi limiti. Così scrive il Corriere Fiorentino.

GRANA RIGORI. Ikoné ovviamente diventa il facile bersaglio da colpire per sfogarsi un po’: il problema però non è (solo) il rigore. Chi è Ikoné lo raccontano i numeri: 93 partite viola, 9 gol. Servirebbe un altro tipo di giocatore per fare il salto di qualità e invece siamo sempre qua a veder Brekalo titolare. Italiano però farebbe bene anche a interrogarsi su quello che sta accadendo sui rigori. Dopo Sassuolo è arrivato un altro errore pesantissimo e con la stessa dinamica. Il tira lui-no tiro io somiglia parecchio a una gestione anarchica che non giova a nessuno, neppure alla leadership dello stesso allenatore. Serve una gerarchia.

ORA IL MERCATO. Ora a Firenze si parlerà solo di mercato, di quello che poteva essere e di quello che potrà arrivare, ammesso che la dirigenza viola, oltre che lanciare frecciate a Nardella, abbia l’obiettivo di dare una mano a questa squadra. Che, è bene ricordarselo, resta quarta e in corsa per la Coppa Italia e per la Conference.

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