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Sensibile a VI.IT: “Mercato di livello, ma troppe aspettative. Col Basaksheir ci vorrà la miglior Fiorentina”

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Le dichiarazioni dell’ex dirigente del Galatasaray alla vigilia della partita contro l’Istanbul Basaksheir

Dopo la sconfitta con il Bologna, la Fiorentina affronta l’Istanbul Basaksheir nella seconda giornata del Gruppo A di Conference League. Quella contro i turchi è una partita importante per le speranze di qualificazione al prossimo turno da primi nel girone, alla luce del passo falso di una settimana fa contro il Riga. Per avvicinarci alla gara contro gli arancioblù, LaViola.it ha contattato Pasquale Sensibile, ex direttore sportivo del Galatasaray:

Come valuta l’inizio di stagione della Fiorentina?
Le aspettative derivanti dal mercato e soprattutto dal percorso di questa Fiorentina targata Commisso erano molto alte perché Daniele Pradè, Barone e Burdisso avevano portato a termine una campagna acquisti di altissimo livello, c’era l’entusiasmo del ritorno in Europa, quindi questo inizio di stagione è stato un po’ contraddittorio, ma siamo all’inizio, ci vuole pazienza e tempo. Ho visto la reazione di Pradè ad alcuni episodi arbitrali, qualche risultato inaspettato ha generato un po’ di tensione, ma considero tutte le persone che lavorano nel club di altissimo profilo ed esperienza: sapranno gestire questo momento delicato. Se guardiamo i numeri, la Fiorentina ha vinto 2 partite, pareggiate 2 e perse 5: se per la trasferta di Istanbul il favore del pronostico pendeva dalla parte dei viola, questo stato delle cose ha riequilibrato la situazione, anche perché i turchi arrivano da 9 vittorie e 3 pareggi nelle ultime 12 gare”.

Campagna acquisti di altissimo livello, anche se fino all’arrivo di Barak, Italiano l’aveva definita una campagna di sostituzione…
Lungi da me andare contro a Vincenzo, assolutamente. Però ho notato che gli allenatori sono molto esigenti nei confronti dei dirigenti, soprattutto quest’anno. Nella difficoltà del mercato riuscire a prendere Dodo, Barak, Mandragora e Jovic, oltre a Ikoné e Cabral a gennaio, per poi trattenere Kouame: credo che la Fiorentina stia facendo un percorso di rafforzamento, poi questa è la mia opinione e può essere condivisibile o meno”.

Dall’esterno, quali crede che siano le principali difficoltà della squadra di Italiano?
Credo che questa sia una stagione piena di anomalie, con più impegni ufficiali e il mercato aperto durante le prime quattro giornate.  La Fiorentina che è tornata dopo molti anni a giocare in Europa non era abituata, anche se sono arrivati 4-5 giocatori in posizioni cardine. La Fiorentina è dentro un percorso e lo sta gestendo secondo me alla grande, ma forse l’entusiasmo di cui parlavo prima ha alzato un po’ troppo le aspettative. Per amalgamare e far giocare bene una squadra ci vuole tempo. Io odio la parola progetto nel calcio, ma ci sono momenti in cui l’idea che si vuole perseguire corre veloce e altri in cui rallenta un po’. Italiano e i dirigenti hanno le qualità per gestire questo rallentamento”.

Al Galatasaray con lei c’era Pulgar: come commenta il suo trasferimento al Flamengo a 28 anni?
Ho conosciuto un ragazzo eccezionale e un professionista molto serio. È arrivato a Istanbul nella sessione di mercato invernale, mentre io sono arrivato a fine febbraio. Ho trovato un giocatore che veniva da un periodo in cui non aveva giocato con grande frequenza, che aveva un problema alla caviglia che ha saputo risolvere con attenzione e professionalità. Dopo un primo periodo in cui partiva sempre dalla panchina, poi ha saputo prendere le redini della squadra con grande continuità. Per lunghi tratti a Istanbul si è visto il giocatore che aveva fatto bene a Firenze e Bologna. Il trasferimento al Flamengo è molto prestigioso, non conosco i dettagli né il suo stato d’animo, ma credo che in cuor suo, conoscendo la sua ambizione e l’amore per il calcio, questo per lui voglia essere un trampolino per ripartire”.

Dopo il playoff col Twente, quello con il Basaksheir è il secondo spartiacque della stagione?
L’impegno col Twente è stato superato brillantemente, nella fase a gironi ci sono dinamiche diverse. È stato inaspettato il pari del Riga. Il Basaksheir l’ho affrontato col Galatasaray. L’allenatore è una vecchia conoscenza italiana come Emre Belözoğlu e ha saputo dare un’identità ben definita. Poi ci sono giocatori esperti come Biglia, Okaka, Bertrand Traoré e alcuni turchi di buon livello. Dal punto di vista ambientale non c’è da aspettarsi la bolgia che ci si può aspettare a quelle latitudini perché è un club nuovo, ma ci vorrà la miglior Fiorentina, equilibrata e molto determinata”.

Nel 2012 era stato accostato alla Fiorentina per il post-Corvino: c’è mai stata la possibilità di lavorare a Firenze?
Mai, purtroppo. Io sono nato e cresciuto in una famiglia che vive di calcio, perché anche mio padre è stato calciatore. Io da ragazzino non ho mai avuto una squadra del cuore, ma se c’è n’era una che mi faceva emozionare tra i 14 e i 17 anni era la Fiorentina. Quando ho terminato la carriera da giocatore e ho intrapreso quella di dirigente avevo la speranza di lavorarci, ma non ci sono mai stati contatti, né con questa proprietà né con quella precedente”.

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