Le dichiarazioni dell’ex allenatore della Primavera viola
L’ex allenatore della Fiorentina Primavera, Leonardo Semplici ha raccontato la sua carriera ai microfoni di Cronache di spogliatoio. Queste le sue parole sull’esperienza nel settore giovanile viola: “La chiamata fu molto particolare, perché ogni anno la prima amichevole che la Fiorentina faceva appena rientrava dal ritiro era contro il Figline e noi tutti gli anni, miglioravamo: prima Eccellenza, poi Serie D, poi C2 e a Corvino, che era il ds dei viola, erano rimaste in mente queste prestazioni. A distanza di pochi anni si ricordò di me e mi diede l’opportunità di allenare la Primavera, quindi lo devo ringraziare perché è stata un’esperienza straordinaria, professionalmente mi è servita molto e molte cose che ho imparato lì, le ho riportate poi con i più grandi”.
CALCIATORI GIOVANI SPERANZE. “Ricordo… grandi difficoltà! Quando uscì la prima puntata, giocavamo a Genova contro la Sampdoria. Solitamente, una partita di Primavera attira 200 o 300 spettatori. Quel giorno invece c’erano migliaia di persone: in campo, per il riscaldamento, ci accorgemmo che c’era un pubblico esagerato, erano tutti a chiedere autografi ai protagonisti. Fu un successo straordinario: ci aspettavano fuori dall’albergo per gli autografi. La gestione di certi momenti fu particolare, ma con l’aiuto della società riuscimmo a indirizzare tutto verso quello che era l’obiettivo, ovvero provare a creare calciatori e non uomini immagine. Fu un’esperienza particolare ma positiva: per esempio, eri sempre microfonato e anche durante gli allenamenti, dovevo prestare attenzione a certe dichiarazioni”.
GESTIONE DEL GRUPPO. “Prima di allora, come tanti allenatori ero molto concentrato e attento su quei 12/13 calciatori su cui puntavo di più. In Primavera, invece, spesso il giovedì o il venerdì i più promettenti salgono in Prima Squadra, che è l’obiettivo finale del lavoro all’interno di un settore giovanile. Dunque, ho imparato ad adattarmi e spesso preparavo la partita con un undici titolare, salvo poi trovarmi 4 defezioni. In quei momenti ho capito l’importanza della gestione di tutti i calciatori della rosa, come farli sentire partecipi e tutti pronti. Questo mi ha insegnato l’importanza di tenere in considerazione veramente tutti. È chiaro che poi ci sono i titolari da 20, da 30 o da 5 partite, ho capito quanto sia fondamentale spendere del tempo dietro a tutti e di farli sentirli tutti importanti, perché durante la stagione poi ha bisogno che tutta la rosa sia pronta”.

Di
Redazione LaViola.it