Le sostituzioni di Pioli fanno giustamente discutere, ma qualche miglioramento nelle prestazioni si è visto. Ora però non basta più
Pareggio acciuffato in extremis e in inferiorità numerica, eppure prevale il rammarico. Questo il sentimento comune che continua a pervadere i tifosi viola dopo Fiorentina-Sampdoria, gara in cui i viola hanno mostrato un passo in avanti sul piano della prestazione ma non sono riusciti a portare a casa i tre punti.
PROBLEMA CAMBI. A Firenze è ufficialmente scoppiato il processo a Pioli. A fine partita nelle dispute al bar, negli interventi dei tifosi alle radio e nei commenti del nostro sito imperversavano feroci critiche al tecnico gigliato. Critiche che oscuravano addirittura le magie di Muriel ma anche le clamorose ingenuità dei singoli giocatori.
C’è un aspetto sul quale anche i più morbidi con l’allenatore della Fiorentina trovano diverse mancanze: le sostituzioni. In particolare, domenica non è andato proprio giù il cambio avvenuto al 31′ del secondo tempo, cinque minuti dopo la prodezza di Muriel, che ha visto lo stesso colombiano lasciare il posto a Laurini.
Comprensibile che l’ex Udinese fosse stremato, visto che non metteva insieme 90 minuti dal 1 novembre (in Copa del Rey col Siviglia). Molto meno la scelta di rinunciare ad un riferimento offensivo, schierando un difensore e lasciando il solo Chiesa, poco abituato al gioco spalle alla porta, a battagliare con tutta la difesa blucerchiata. Non sapremo mai se inserire Mirallas al suo posto (non certo una prima punta, ma non ce n’erano in panchina) avrebbe cambiato qualcosa. Sta di fatto che da quel momento la Fiorentina è stata messa costantemente sotto assedio dalla Sampdoria, senza mai riuscire a dare respiro alla propria difesa.
Un cambio difensivista, che poteva avere un senso solo negli ultimi cinque minuti di gioco. Queste le ragioni principali delle critiche rivolte a Pioli, il quale ha l’aggravante della recidività. Non è la prima volta, infatti, che viene accusato di cambi eccessivamente prudenti. Cambi che come risultato abbassano troppo il baricentro della squadra, costringendola a difendersi affannosamente. Oppure sostituzioni coi viola fermi sul pareggio che lanciano segnali di normalità, invece di cercare una soluzione più aggressiva alla ricerca della vittoria.
GLI ERRORI DEI SINGOLI. Affermare però che le responsabilità del pareggio con la Sampdoria siano in gran parte sulle spalle dell’allenatore vuol dire peccare di malizia. Se la Fiorentina nel primo tempo stava dominando contro i doriani il merito, oltre alla giornata nera degli ospiti, era anche delle scelte dell’allenatore. Pioli ha optato per un tridente offensivo finalmente parso efficace, soprattutto nell’intesa Chiesa-Muriel. Si può discutere sulla riproposizione di Gerson, che continua a convincere molto poco e che certamente non farà parte della Fiorentina 2019-20, ma per il resto l’undici mandato in campo da Pioli stava convincendo.
Stava convincendo soprattutto Edimilson. Nuovamente schierato da mediano nel centrocampo a tre, lo svizzero stava giocando la sua miglior partita in maglia viola, fatta di qualche errore di troppo in impostazione ma anche di innumerevoli recuperi palla. Questo, almeno, fino al momento della sua incredibile ingenuità, che addirittura al 38′ del primo tempo ha lasciato la squadra in dieci uomini nel suo momento migliore e in vantaggio di una rete.
È proprio Edimilson l’indiziato maggiore a dover essere caricato di responsabilità per la mancata vittoria contro la Sampdoria. Senza dimenticare la follia di Vitor Hugo. Vero che i blucerchiati stavano spingendo molto alla ricerca del pareggio, mettendo in continua apprensione la difesa. Tuttavia, il fallo di mano commesso dal brasiliano è evitabilissimo e macchia una buona prestazione. Non è la prima volta che Hugo commette sciocchezze del genere rovinando buone partite. Ci si possono aggiungere poi gli errori, non così grossolani ma evitabili, di Milenkovic e Pezzella (che si è ampiamente riscattato) in occasione del 2-3 di Quagliarella.
Insomma, senza voler negare le responsabilità dell’allenatore, le ingenuità dei singoli hanno pesato molto su ciò che si è visto domenica al Franchi. Se si vorrà fare un discorso generale sul brutto gioco espresso dalla Fiorentina, allora potremo riprendere in considerazione le critiche a Pioli. Ma occorre attendere il girone di ritorno per farsi un’idea più chiara su questo aspetto.
COSA FUNZIONA. Infatti, sul piano della prestazione già con il Genoa si erano visti passi in avanti. Il centrocampo con Norgaard perno centrale e Veretout spostato nuovamente nel ruolo di mezzala aveva convinto; i viola avevano assediato per lunghi tratti la porta rossoblu, risultando come sempre imprecisi sotto porta ma anche poco fortunati (vedi il palo colpito da Chiesa). Col Torino in Coppa Italia c’è stato un passo indietro sul piano del rendimento, ma il risultato è arrivato, la partita è stata brutta per entrambe le squadre ed era la prima uscita dopo la sosta invernale.
Con la Sampdoria c’è stata la conferma di voler riportare definitivamente Veretout nella posizione in cui può supportare al meglio gli attaccanti, lasciati troppo soli nel girone di andata. Soprattutto, c’è stato un grande Muriel: la prestazione scintillante del colombiano ha rubato gli occhi di tutti. Le sue due reti sono perle preziose da vedere e rivedere. Ci si augura di vederlo così per tutto il proseguo del campionato, ma la sua carriera ci suggerisce di andarci piano: la continuità è sempre stata il più grande limite di Luis.
CENNI D’INTESA. Comunque sia, è evidente che l’intesa in campo con Federico Chiesa faccia ben sperare per il futuro. Si sono finalmente viste quelle combinazioni nello stretto tra attaccanti fino ad oggi praticamente assenti. Lo stesso Simeone ne ha beneficiato, ma l’argentino non è riuscito a scrollarsi di dosso l’etichetta di involuto e non ha concretizzato le due occasioni da gol che gli sono state offerte.
LA CLASSIFICA PIANGE. Nonostante i sopracitati passi in avanti sul piano del rendimento, i risultati continuano a scarseggiare e la Fiorentina si allontana sempre più dalle zone europee della classifica. Troppe le occasioni sprecate fino ad oggi. I segnali positivi ora non bastano più. Per raggiungere quello che è l’obiettivo dichiarato di società e squadra servono i risultati, a cominciare dalle trasferte con Chievo e Udinese.
Un Muriel in più aiuterà di certo. La speranza è che Corvino porti dal mercato un centrocampista per migliorare il reparto. Ma senza un miglioramento in classifica, per Pioli le possibilità di vedere esercitata l’opzione sul contratto per la prossima stagione si ridurrebbero drasticamente.
Di
Marco Zanini