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Segna Nzola (rigore da brividi), ma c’è poco da festeggiare. Viola in discesa tecnica e mentale

Contro il Cukaricki serviva una goleada per differenza reti e morale, ma la buona notizia arriva da Budapest. Viola incomprensibile

L’unica buona notizia è arrivata da Budapest, 650 chilometri da Leskovac: il pareggio tra Ferencvaros e Genk ha reso più importante la striminzita vittoria della Fiorentina contro il Cukaricki: ora i viola sono in testa al girone con 8 punti e due lunghezze di vantaggio su ungheresi e belgi. Il destino europeo è nelle mani della squadra di Italiano: potrebbero andare bene anche due pareggi nelle ultime due sfide, ma è meglio partire con l’idea che il Genk va battuto. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

NZOLA E POCO ALTRO. Questo, come detto, è l’unico aspetto positivo della serata di ieri. Su quello che abbiamo visto sul campo di Leskovac, invece, meglio stendere un velo pietoso. Anzi, ci correggiamo: una cosa decente c’è, il secondo gol viola (finalmente) di Nzola, su rigore, arrivato all’alba della partita. L’angolano si è procurato il penalty (la sua cosa migliore) e poi lo ha realizzato (con un’esecuzione da brividi). Oltre a questo, niente. Perché la Fiorentina ha giocato una partita incomprensibile, avendo davanti una delle peggiori squadre fra quelle che partecipano a una coppa europea. Strapazzato all’andata 6-0, il Cukaricki poteva e doveva essere ancora un avversario da prendere a pallonate. Serviva una goleada, per rinforzare la differenza reti generale, teoricamente utile in una volata a tre squadre per un solo accesso alla qualificazione diretta. Invece la Fiorentina ha giocato senza voglia, senza anima, senza concentrazione, senza spunti.

DISCESA. Tanto possesso palla, ma del tutto sterile: non per niente, oltre al gol di Nzola, abbiamo annotato una sola vera occasione, quella di Brekalo nell’ultimo quarto d’ora. Come è stata possibile una prestazione del genere? E’ bene chiederselo ed è bene domandarlo a Italiano e ai suoi giocatori, molti dei quali, a partire da chi ha avuto un’occasione in più per risaltare (leggasi soprattutto Ikoné, Sottil, Maxime Lopez), ha steccato. Discorso diverso per Pierozzi, terzino destro al debutto dal primo minuto: luci e ombre nella sua prestazione, è vero, ma è il più scusabile di tutti. I viola si sono fermati alla fantastica vittoria di Napoli, da lì è iniziata una discesa, tecnica e mentale.

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