Seconda finale di Conference League consecutiva per i viola che ora vogliono vendicarsi della passata stagione e alzare il trofeo
Il passato insegna, traccia la via, indirizza. Oggi come nel biennio 1960-62 la Fiorentina si prende la seconda finale di fila (e di Conference League). E ora? Una sola parola: vendetta. Tremenda vendetta. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Dopo il West Ham e Praga, e quindi dopo quell’atto finale perso male un anno fa, oggi la Fiorentina vedrà quale sarà l’altra finalista da schiantare il 29 maggio ad Atene: Olympiakos o Aston Villa? A stasera. Ma intanto la Fiorentina c’è. Eccome se c’è. Più forte dei numerosi pali presi in stagione, di rigori falliti e adesso dirimenti. Prepotentemente c’è. «Due finali in due anni: tutto straordinario, siamo riusciti ad andare oltre la maledizione dei pali. Una gioia indescrivibile», dice Vincenzo Italiano.
I pali sono stati trentuno stagionali, una roba da pazzi e da impazzire. Così come i rigori sbagliati, nel 2024, sono stati 5 su 6. Ma quel sesto porta al Partenone. Italiano ha sbaragliato tutto e tutti e i suoi ragazzi lo hanno seguito, esaltato, reso l’altro allenatore della Viola (dopo Czeizler e Hidegkuti) che si prende due finali dentro… due anni. «È fantastico – riprende Italiano -, un passo figlio di un percorso bellissimo: vedere giocare così i ragazzi è una soddisfazione impagabile».
Non ha prezzo
È stata dura in quel primo tempo. Durissima. Trentamila anime (meno le duemila in viola) pulsavano per il Bruges, uno stadio che sembra un corpo unico, una curva, un inferno battente. Dura. Durissima. «Oggi siamo stati più bravi di tante cose – riprende il tecnico -: loro sono forti ma noi abbiamo fatto un secondo tempo incredibile.
Quando sono arrivato a Firenze l’ho detto subito che avrei voluto giocare le Coppe, lo abbiamo fatto il primo anno e ora il percorso è sotto gli occhi di tutti. Non conoscevo l’Europa ma è veramente fantastico. Due anni in questa Coppa, due anni in finale: fantastico». Oltre a queste finali europee, Italiano è colui che ha portato la Fiorentina in finale di Coppa Italia e che quest’anno l’ha sfiorata. «Eguagliare la Fiorentina del biennio 1960-62 – dice -? Pensare che siamo e rimarremo nei libri di storia dà una contentezza enorme. Essere ricordati per sempre non ha prezzo».
A Joe
Adesso la Fiorentina cercherà di riappropriarsi di una classifica in Serie A più consona. «Prima della gara – spiega Italiano -: ai ragazzi ho detto che “Adesso dipende tutto dalle nostre prestazioni individuali”. Giocare con questa personalità, questo carattere senza avere paura di uno stadio così dimostra la forza di questi ragazzi ai quali vanno fatti solo i complimenti. È stata premiata la loro personalità, è tutto merito loro: per come l’hanno preparata, per la prestazione che hanno fatto.
Se preferisco Aston Villa o Olympiakos? Se arriva l’Olympiakos ci sarà una bolgia anche se non si gioca nel suo stadio; l’Aston Villa è una delle più forti di Premier. La dedica? Ad ogni partita pensiamo a Joe Barone. E’ dedicato a lui, ci sta guardando, credo sia contento». Commisso ha guardato la gara dagli Usa, si è commosso al rigore e a fine gara si è sentito con il dg Ferrari, Pradé, Italiano, Biraghi e Beltran. Li ha ringraziati, pure per aver mantenuto la promessa di andare ad Atene. Ad Atene la Viola ci sarà.
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Redazione LaViola.it