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Sebastián Cristóforo e un’inversione di rotta che stenta ad arrivare

Arrivato lo scorso  anno dal Siviglia, quella attuale dovrà essere la stagione del rilancio per Sebastián Cristóforo. Il centrocampista classe ’93 la scorsa stagione ha collezionato in totale 27 presenze sotto la gestione Paulo Sousa, venendo utilizzato in tutti i ruoli del centrocampo, dall’esterno al mediano, dalla mezz’ala al trequartista, senza però riuscire ad incidere. Nelle sue apparizioni si è vista buona tecnica, ma poca concretezza. La dote di saper giocare in più posizioni, caratteristica molto apprezzata nel calcio moderno, può anche essere letta come difficoltà degli allenatori a collocarlo in un ruolo fisso.

È anche vero che arrivava da tre stagioni negative, causate da due seri infortuni, rispettivamente al ginocchio e al legamento crociato, che non gli hanno permesso di trovare la giusta continuità sul terreno di gioco. Aggiungiamoci poi l’attenuante che viene data a tutti i sudamericani o agli stranieri, che approdano in Italia da campionati molto diversi per il gioco e per la tattica.

Quest’anno con l’arrivo di Stefano Pioli e gli addii di Borja Valero e Vecino, con Badelj a mezzo servizio, le cose inizialmente sembravano potessero andare meglio per l’ex Peñarol, che aveva trovato un buon minutaggio nelle prime amichevoli. Con l’arrivo di Veretout e dell’ultimo acquisto Benassi, Seba è tornato a sedersi in panchina, non avendo convinto Pioli nei due davanti alla difesa, e tornando ad essere schierato da trequartista nella gara amichevole contro il Wolfsburg, in cui ha giocato l’ultimo quarto d’ora. La carenza di personalità e temperamento (strano per gli uruguaiani famosi per la loro garra charrúa) probabilmente sono i due aspetti dove il tecnico di Parma dovrà lavorare di più, per cercare di rilanciare quello che 5 anni fa era considerato uno dei più grandi prospetti emergenti del panorama sudamericano, tanto da arrivarsi a giocare la finale mondiale Under-20 del 2013, contro la Francia di Veretout e Pogba.

Pagato 3,5 milioni di euro dal club andaluso, dove aveva disputato buone partite con Emery, mentre venne scartato a priori dal successore ed oggi attuale Ct dell’Argentina, Jorge Sampaoli, che preferì puntare su Matias Kranevitter (nome accostato anche ai viola), una scelta che si è rivelata sbagliata dopo la cattiva annata dell’argentino. Adesso alla sua quinta stagione nel calcio europeo, ed alla seconda in quello italiano, è chiamato a dare delle risposte, anche grazie all’aiuto del tecnico che dovrà essere bravo a trovargli una collocazione tattica definitiva, per non rischiare che la sua dinamicità e duttilità diventino un limite troppo grande da impedirgli una maturazione definitiva.

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