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Se la Viola cercava cattiveria… Ecco Kokorin, ‘redenzione’ dopo un match tra detenuti

Kokorin e Mamaev

Manca ancora l’ok di Commisso, ma il russo è molto vicino alla Fiorentina. Talento in campo, tante sregolatezze fuori. Ma sarebbe cambiato dopo una partita in carcere

Mettiamola così. Se la Fiorentina cercava cattiveria, con lui, andrebbe a colpo sicuro. Perché quella di Aleksandr Kokorin è una storia fatta di gol, certo, ma non solo. A dirla tutta, negli ultimi anni, di lui s’è parlato soprattutto per i colpi di testa di cui si è reso protagonista fuori dal campo. Nel 2017, per esempio, si fece fotografare mentre (durante il matrimonio di un amico) si dilettava a sparare con una pistola. Giustificazione? Da quelle parti dicono sia una tradizione. Così scrive il Corriere Fiorentino.

FUORI DAL CAMPO. L’anno prima invece, estate 2016, pensò bene di smaltire la delusione per l’eliminazione della sua Russia dall’Europeo ordinando champagne per 250 mila euro al Twiga di Montecarlo assieme al compagno Mamaev. Una bravata che pagò con una lunga esclusione dalla Nazionale. E poi ancora. Gli sfottò sui social al c.t., la maglia col faccione di Pablo Escobar esibita durante una vacanza al mare, fino all’episodio più grave, all’aggressione di un funzionario del governo e di un autista e l’arresto con 345 giorni di carcere.

MANCA L’OK DI COMMISSO. Sembrava la fine e, invece, era un nuovo inizio. Chi lo conosce assicura che la redenzione sia arrivata dopo una partitella giocata con i detenuti. «Sono cambiato — disse — ora sono io». La Fiorentina ha deciso di puntare su di lui. L’accordo con lo Spartak c’è già, sulla base di (circa) 5 milioni di euro mentre a lui è stato proposto un triennale da 1,7 milioni più bonus. Occhio, però, perché manca ancora l’ok di Commisso.

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