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Se la Fiorentina “piange”, le altre grandi non ridono

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Non vi lasciate fuorviare dal titolo, o comunque non prendetelo come legge. Perché se si dovesse descrivere lo stato della Fiorentina dopo la trasferta di Bologna, useremmo sicuramente una faccina, o emoticon come usa dire adesso, sorridente. Non splendente, ma sorridente sì.  La vittoria del Dall’Ara non  sarà la svolta della stagione,  non sarà un banco di prova determinante, ma rappresenta un segnale importante di una squadra che, pur consapevole dei suoi limiti e dei suoi difetti, riesce ancora a far emergere alcuni pregi. Pregi da rintracciare in un primo tempo ottimo, fatto di un gioco propositivo, di intensità e anche di un buon pressing alto, quello che per tanto tempo lo scorso anno abbiamo applaudito. Pregi da rintracciare in un Ilicic in giornata sì, sfortuna e legni a parte, in un Kalinic cecchino da trasferta, in una difesa che comunque ha retto.

Ed ecco dunque che i 16 punti in classifica a meno quattro dal Napoli quinto e  in attesa del recupero con il Genoa, possono essere comunque ben interpretati, letti con ottimismo e un po’ di sana fiducia. Soprattutto perché lo scenario che emerge oltre la Fiorentina e oltre i nostri confini non è così idilliaco come molti ci vogliono far credere.

L’Inter è la punta dell’iceberg delle deluse, dopo una nuova deludente prestazione a Genova e una nuova sconfitta senza attenuanti. Con un De Boer in bilico e un saldo che tra soldi spesi per i nuovi acquisti e punti ottenuti (14 ndr) è ampiamente negativo.Lo stesso Napoli pare essersi sciolto come neve al sole nel momento dell’appuntamento clou, nel momento di accorciare il gap con la Juventus. La squadra di Sarri ha un impianto di gioco forte, definito, chiaro, ma è la dimostrazione che senza alcuni interpreti può andare in difficoltà chiunque. Senza tralasciare i dissidi al momento della sostituzione con Insigne e i malumori sulla definizione dell’obiettivo tra De Laurentiis e lo stesso tecnico. Piccole ruggini che i risultati possono amplificare o ridurre. Milan e Roma restano avanti, con potenziale e prospettive importanti, ma non convincendo del tutto nemmeno loro sul piano del gioco.Infine anche il modello Sassuolo sta incontrando difficoltà, con 13 punti all’attivo, e una prevedibile difficoltà nel far conciliare il doppio impegno coppa- campionato.

Insomma, pur nel difetto e nell’imperfezione, la Fiorentina c’è. A patto che Domenica con la Sampdoria arrivi un nuovo acuto, non una stecca.

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