La Fiorentina in inferiorità numerica ha trovato nuove forze e grande determinazione. L’attaccante ha cambiato la partita.
Avendo fatto debuttare Giancarlo Antognoni a diciotto anni e vinto uno scudetto con Gianni Rivera che ne aveva trentasei, era giusto che Nils Liedholm si facesse vivo con la sua eredità e un suo celebre paradosso proprio in questa partita. In dieci si gioca meglio, diceva con tutto il suo amore per certe verità stralunate, perché dopo un’espulsione, in campo c’è uno in meno che sbaglia. Ne avrà sentito parlare Iachini, che negli anni 80 lo ha incrociato e sfidato prima con la maglia dell’Ascoli, poi col Verona e con la stessa Fiorentina. Iachini ha avuto il merito di credere che la sua partita non fosse finita con il rosso a Dalbert. L’ha interpretata seguendo l’arte semplice delle decisioni antiche, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
LA MOSSA DI IACHINI. Doveva rimontare e ha messo un attaccante. Ha resistito alla tentazione di ridisegnare la squadra nel segno della conservazione per giocarsi tutto negli ultimi minuti. Ha rinunciato a chi più volte gli salta l’uomo e gli porta superiorità in mezzo al campo, Castrovilli, per aggiungere subito con Cutrone una leva davanti, uno scassinatore di spazi. Cutrone è un giocatore che ha più raffinatezza nei movimenti che sensibilità nei gesti. E’ una versione contemporanea di Pippo Inzaghi. Fa poche cose, spesso primordiali, ma ti offre il vantaggio di sapere da lui cosa aspettarsi. La profondità prima di ogni altra cosa.
LE QUALITA’ DI CUTRONE. Ha avuto in Pulgar il solito stabilizzatore di umore e l’affidabile architetto di traiettorie pulite dopo un primo tempo più incerto. Ha ridato frequenza a una prima linea di passaggio con Caceres e all’innesco di Cutrone, chiedendo a Chiesa un sacrificio perfino superiore a quello già predisposto nel suo codice genetico. Cutrone ha giocato undici palloni in tutto ma ci ha abituato a non lasciarsi giudicare dal numero di tocchi. Forza la partita prima ancora di indirizzarla. Se alla Fiorentina era mancata fino a quel momento capacità di palleggio sicuro e pulizia nelle uscite da dietro, Cutrone gli ha permesso di saltare una fase. Ha i suoi tratti migliori negli strappi corti, nel tempo rubato agli avversari, nella velocità di pensiero e di movimento. Tutte le caratteristiche messe in moto nell’azione del calcio di rigore estorto a Romagnoli e che fa infuriare il Milan.
BATTAGLIA IN AVANTI. Con un uomo in meno, Iachini ha tenuto il Milan lontano dalla sua area. Ha portato la battaglia nell’altra metà del campo anziché ritirarsi. Senza ideologie tattiche o correnti di pensiero a cui aderire, Iachini può prendersi la libertà di decidere le partite con una mossa fuori dagli schemi. Un italianismo anomalo. Un omaggio a Liedholm.

Di
Redazione LaViola.it