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Editoriali

Scommesse, limiti e primi fischi. Con la paura che qualcuno sia questo e che l’attesa di miglioramenti sia destinata a restare vana

Fiorentina

La Fiorentina fa fatica, è il momento di svoltare. Altre tre gare ravvicinate all’orizzonte. Ma dubbi e perplessità, sia sui singoli che collettivi, aumentano

Primi fischi per la Fiorentina. Il pari col Riga non fa male per il risultato in sé, visto che si trattava solamente della prima gara del girone di Conference, ma perché quella che poteva e doveva essere un’occasione per avere risposte incoraggianti a livello collettivo e individuale, al contrario non ha fatto altro che aumentare dubbi e perplessità, a tutti i livelli.  

LIMITI. La Fiorentina non segna, contro chiunque giochi, a prescindere dal come giochi e con chi giochi. Che ci sia di fronte una squadra quasi fuori dal ranking Uefa o la Juventus, che crei 20 palle gol o 2, che giochino Jovic o Cabral, Ikoné o Sottil o Saponara o Kouame. Non è una cosa nuova, che già di per sé fa allarmare, ma ciò che fa più male è che non si vedono progressi. A livello individuale continua a deludere Ikoné, che spesso si perde con un tocco o un dribbling di troppo, mente quando fa la prima cosa giusta sbaglia la conclusione o l’assist, Jovic inizia ad infastidire anche a livello di atteggiamenti in campo, Cabral non cambia marcia, Maleh mette in fila errori su errori, Saponara è in evidente stato di difficoltà anche atletica, Quarta preoccupa (con diversi svarioni anche contro il Riga) mentre Italiano sembra voler andare avanti per la sua strada, fatta di turnazioni continue e intransigenza tattica. Possibile che in casa, contro il Riga, non ci si potesse affidare a due punte? Così come nel finale di gara contro un Empoli in 10 e poi in 9? Non c’è la riprova, ma alcune domande iniziano a sorgere spontanee.

TREND. Se sul ricorso al turnover Italiano è stato chiaro, con la volontà di evitare problemi fisici e di far crescere un po’ tutti, nel momento in cui le cose non vanno come dovrebbero viene da chiedersi se non si potesse e non si possa cambiare qualcosa. Al netto degli alibi, che non vanno trascurati ma che potrebbero valere per una singola circostanza, è il trend che inizia a preoccupare. Perché i problemi della Fiorentina sembrano essere sempre gli stessi: davanti fa fatica, fa tanto possesso ma spesso manca del guizzo, i centravanti passano intere partite senza avere occasioni, gli esterni mancano di senso del gol e anche negli assist, dietro incassa subito gol pur concedendo pochissimo. Perché questo trend non cambia?

QUESITI. E’ un problema di qualità degli interpreti? Forse Mandragora (anche col Riga trasparente) è questo? Così come sono questi Jovic, Cabral, Ikoné? Il mercato, dunque, è stato sopravvalutato? Sta mancando oltremodo Gonzalez davanti, Duncan in mediana? Sta pesando troppo il giocare continuamente, sia a livello di preparazione delle partite che fisico? La scelta di non prendere un altro centrale in difesa, con Quarta che sarà costretto a giocare in questo periodo di forfait di Milenkovic, è stata un errore? Aver scommesso su un calciatore come Jovic che non giocava da due anni, che si è espresso al meglio delle proprie potenzialità non facendo il nove puro, in un ruolo chiave dove già dal gennaio scorso erano state palesate delle difficoltà, è stato un azzardo? E’ un problema di mettere in condizione le risorse che ha in rosa la Fiorentina di esprimersi al meglio?

TEMPO. Siamo solo ad inizio stagione e ci vuole pazienza? Più che quesiti quest’ultimi sono verità innegabili, ma il timore che l’andazzo possa rimanere questo inizia ad aumentare. Sia perché la Fiorentina sarà chiamata a giocare altre tre gare ravvicinate con Bologna, Basaksehir e Verona, con due trasferte, pochissimi giorni per fare avanti e indietro e pochissimi allenamenti per preparare queste sfide che precedono la sosta, ma soprattutto perché sa che non può sbagliare più niente. Le pressioni, dunque, aumentano. La Fiorentina dovrà essere brava a gestirle e superarle. Le occasioni per allontanare i dubbi e le perplessità  sono già dietro l’angolo. D’altronde, com’è stato detto da tutti i protagonisti viola in estate, l’obiettivo di questa stagione per la Fiorentina era alzare l’asticella. Capita, dunque, di uscire tra i fischi se non batti il Riga e vai a singhiozzo in campionato. Oneri e onori.

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