Dal mondo delle scommesse potrebbe essere prelevato dallo 0.3% all’1% per salvare lo sport. Ma le agenzie di betting non ci stanno
Lo sport italiano è a caccia di risorse, scrive il Corriere Dello Sport, per provare ad uscire da una crisi di liquidità che coinvolge direttamente il calcio. Il fondo “Salva Sport”, inserito nel Decreto Rilancio, partirebbe con una dotazione di oltre 43 milioni di euro (per l’anno in corso), per poi attestarsi su 50 milioni nel biennio 2021-2022. Un’ipotesi, quest’ultima, collegata ad un prelievo forzoso (direttamente dalla raccolta delle scommesse) nella misura dello 0,3%. L’obiettivo più ambizioso è l’1%.
Questa seconda ipotesi, così come la prima (lo 0,3% sulla raccolta annuale), sta trovando forti resistenze all’interno dell’industria del gioco. Il settore del betting, che assicura ogni anno alle casse dello Stato più di 433 milioni di euro, è da oltre due mesi fermo (i negozi “fisici” sono chiusi dall’inizio del lockdown) e, più in generale, si è registrato un -72% di raccolta (ad aprile) rispetto ad un anno fa. Il rischio finale, è che le aziende di scommesse possano decidere di abbandonare il mercato italiano, sia per la forte riduzione dei margini di guadagno sia per una serie di paletti (come i divieti di sponsorizzazione e pubblicità sul territorio nazionale) inseriti nel “Decreto Dignità”, oltre un anno fa, dal precedente governo gialloverde.

Di
Redazione LaViola.it